
La cultura non è un bene primario per questo Governo, in sintesi è questo il messaggio che trasuda dal nuovo Dpcm che chiude cinema e teatri. Un messaggio di cui a malincuore prende atto Patrizia Paoletti Tangheroni, presidente della Fondazione Teatro Verdi di Pisa: "Se vengono riconosciuti come bisogni primari solo quelli che ci fanno sopravvivere materialmente, siamo messi male". E dire che la nuova stagione del Verdi, riveduta e corretta a causa del Covid, era partita sulle note speranzose di Beethoven. Il sipario si era rialzato il 18 ottobre con il tradizionale concerto inaugurale della Scuola Normale rinunciando però all’attesa presenza della violinista Isabelle Faust, fermata dalla quarantena in Germania. Ma il concerto, con un programma rivisitato e due soli musicisti si era tenuto e riscosso un buon successo.
"Il nostro pubblico ha molto gradito – commenta Patrizia Paoletti –; anzi, è stato commovente vedere gli spettatori perfettamente distanziati e disciplinati, con le mascherine per tutto il tempo pur di restare legati alla magia del teatro". Insomma, il pubblico dei teatri è disciplinato, attento. Alla luce di questo, il nuovo Dpcm appare ancora di più una misura irragionevole, ma Paoletti ancora spera: "Per il 21 e 22 novembre in cartellone c’è La Notte dell’Innominato con Eros Pagni: non lo abbiamo annullato. Vogliamo sperare che il Governo cambi idea. Le pressioni che stiamo facendo da tutta Italia devono fare breccia".
Prima dell’estate e a ridosso delle regionali, la presidente del Verdi era stata investita da polemiche e proteste, anche politiche, per aver proposto all’uscente direttore artistico Stefano Vizioli un prolungamento annuale del suo contratto e non triennale, data la difficoltà del momento. La realtà di ora sembra darle ragione.
"Purtroppo lo stesso ministero dello Spettacolo aveva previsto che non si sarebbe potuto riaprire come in tempi normali e ci veniva chiesto di procedere a piccoli passi e giorno per giorno, con grande prudenza, per aprire il Teatro con una capienza e una stagione ridotti". "Io ho sposato da subito la linea della prudenza. Tuttavia, proprio io che ero così prudente dico: bisogna dare seguito alla stagione che abbiamo programmato. Una stagione – spiega - perfettamente coerente con la prudenza e con ogni garanzia". "Non si capisce perché un supermercato dove entra chiunque e senza ingressi contingentati non spaventi e invece un teatro, dove il pubblico è controllato, disciplinato e la capienza ridotta debba essere chiuso – commenta ancora la presidente del Verdi -. Le limitazioni sono giuste, viviamo un momento molto critico, ma potevano essere trovate nuove regole. Per esempio, proseguire con le capienze ridotte ma fare più repliche. I teatri dovrebbero essere considerati beni primari, non come beni di lusso che non possiamo permetterci". Patrizia Paoletti conclude: "In un momento come questo, di paura e di pessimismo, dare ai cittadini segnali di ottimismo richiamare i nostri valori culturali, con tutte le garanzie del caso è un dovere, la cultura è un bene essenziale".
Eleonora Mancini