Covid. "Vaccini ai bambini? Sicuri e necessari"

Bottone, primario di Pediatria a Pontedera: "Immunizzando i più piccoli si sono sconfitte le malattie nel passato. E bisogna tutelare anche la scuola"

Un medico mentre spiega ad un bambino a che cosa serve vaccinarsi

Un medico mentre spiega ad un bambino a che cosa serve vaccinarsi

Pisa, 11 novembre 20021 -  «Vaccini ai bambini? Partiamo dai fragili e fragilissimi includendo però anche quelli che soffrono di disturbi neurologici, psichiatrici, comportamentali. Loro non possono subire altre restrizioni alla socializzazione". Lo dice Ugo Bottone primario della Pediatria del Lotti di Pontedera, e direttore del dipartimento materno infantile della ASL Toscana nord ovest. L’argomento è l’ipotesi molto avanzata di procedere alla vaccinazione anticovid dei bambini in fascia di età tra i 5 e gli 11 anni. "Tutti, ripeto tutti i vaccini devono essere supportati da sicurezza ed affidabilità e se ci sarà il via libera vuol dire che quegli standard ci sono". Bottone riconosce nel suo essere pragmatico nella lettura dei dati che: "dai 18 anni in giù, dall’inizio della pandemia sono stati ricoverati più di 300 soggetti e trenta decessi, un numero ridotto rispetto alle altre età ed è vero anche che il Covid è tanto più aggressivo quando avanza l’età. Però il virus circola soprattutto là dove non ci sono vaccinati o immuni".  

Quindi il vaccino va fatto proprio lì, tra i bambini per tamponare la circolazione virale? "I bambini reagiscono ai vaccini molto meglio degli adulti. Lo sappiamo dalle esperienze maturate nelle altre campagne vaccinali pediatriche. La poliomielite di fatto non c’è più, la meningite è contenuta. Dire che i bambini sono immuni al covid è totalmente inesatto quindi se si arriverà al nulla osta delle vaccinazioni, queste è bene che si facciano".  

Quali altri effetti positivi ci saranno dalla vaccinazione oltre a non far circolare il virus? "Un effetto che viene sottovalutato ma che è importantissimo riguarda la socializzazione e la scuola in presenza. Ho letto troppi articoli entusiasti sulla Dad. La scuola deve essere in presenza. Solo così, solo con il confronto si ha la maturazione del bambino. Avete idea di quanti disturbi ha portato la mancata socializzazione? Io li ho visti, ci sono casi di ricovero di adolescenti che hanno tentato il suicidio o di bambini che hanno sviluppato tic nervosi, ansie, perdita del sonno. E non mi riferisco a chi già soffriva di disturbi psichici. Ho altresì visto una recrudescenza in quei bambini fragili già affetti da disturbi neuropsichiatrici e comportamentali dovuto allo stare in casa a non poter uscire a non poter socializzare con i compagni. Ecco, il vaccino fa recuperare questa libertà a chi è già provato da fragilità psicologiche. Si fa presto a parlare di dad quando questa in realtà ha un impatto di isolamento importante".  

Il vaccino ai giovanissimi si fa per proteggere gli anziani?

"Non è solo questo. Non creiamo stereotopi che non ci fanno approfondire le tematiche".  

C’è da aspettarsi un nuovo fronte di no vax? "I genitori no vax ci sono sempre stati. Non vanno criminalizzati. Vanno informati. Io non mi sono mai sottratto al confronto. E ci vuole rispetto: tre reazioni avverse al vaccino non sono numeri, sono tre persone che hanno subito conseguenze. Chiaro?".  

Coi vaccini, via la mascherina in classe? "E’ presto per dirlo. La mascherina, la ricreazione seduti è limitante. Ma i bambini sono molto più ligi di noi nel rispetto delle regole. Sono di esempio".  

Dove, come procedere alla vaccinazione? "La somministrazione come nella fascia tra i 12 ed i 15 deve essere fatta in ambienti protetti con particolare priorità ai bambini più fragili".