Coronavirus, ecco chi sono i pazienti più a rischio

Ricercatori e clinici del Cnr di Pisa hanno analizzato i dati finora disponibili, sia italiani che cinesi

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Pisa, 26 marzo 2020 - Non abbassare la guardia su ipertensione, malattie cardiache, diabete e insufficienza renale perché questi sono i principali fattori di aggravamento e di mortalità associate al Covid-19. Ricercatori e clinici del Cnr di Pisa hanno analizzato i dati finora disponibili, sia italiani che cinesi.

Questi, spiegano "dicono chiaramente che, insieme ad una patologia polmonare preesistente, il rischio di aggravamento e di mortalitàà e' condizionato pesantemente dalla presenza di una comorbidita' cardiovascolare, metabolica e renale, spesso concomitanti, e con effetto fra loro interattivo sinergico, in particolare nella popolazione anziana".

Fabrizio Bianchi, dirigente di ricerca ed epidemiologo di Ifc-Cnr, spiega: "Dall'analisi del Rapporto dell'Istituto Superiore di Sanita' sui dati di 355 decessi di pazienti positivi a Covid-19, si ricava facilmente che nei deceduti (di eta' media di 80 anni, circa 20 anni in piu' del totale dei casi positivi), circa un terzo aveva due o piu' patologie preesistenti, l'altro terzo almeno una patologia e solo 3 soggetti erano esenti. La maggior parte avevano ipertensione (76%), malattie cardiache (33%), diabete (35%), insufficienza renale (18%), dati che sono in linea col quadro osservato in pazienti cinesi, seppure aggravato dalla maggiore eta' della casistica italiana". "Dunque - conclude Bianchi con un appello - molta attenzione sulle patologie che insieme a quelle dell'apparato respiratorio, fino alla polmonite interstiziale in circa il 10% dei casi, complicano le condizioni del paziente".

Alessandro Pingitore, cardiologo e primo ricercatore di Ifc-Cnr, aggiunge: " Diversi studi, ricavati dalla recente diffusione del virus a Wuhan, hanno dimostrato l'impegno cardiaco, sia in termini di danno miocardico che di aritmie, queste ultime secondarie al danno miocardico. Le altre malattie gravi, complicano la gestione del paziente e portano o contribuiscono al decesso".

Secondo Pingitore e' "dunque fondamentale una valutazione cardiologica di base che comprenda il dosaggio delle variabili di danno miocardico e l'esecuzione di un elettrocardiogramma e di un ecocardiogramma per evidenziare eventuali danni del miocardio e valutare la funzione contrattile del cuore, in particolare nei pazienti gravi che richiedono cure intensive, in linea con i documenti guida diramati dall'Associazione Nazionale Medici Ospedalieri".

Anche Giorgio Iervasi, cardio-endocrinologo e direttore dell'Istituto di Fisiologia clinica del Cnr, interviene: "E' necessario il massimo sforzo per non allentare il sistema di monitoraggio attivo di quelle patologie cardio-nefro-metaboliche che rappresentano la condizione di fragilita' favorente aggravamento e decesso". E dichiara:: "non va trascurato l'impiego piu' consistente di sistemi di controllo, da affiancare a quelli ambulatoriali, basati su telemedicina e teleconsulto ed altre forme di E-Health". I tre ricercatori si dichiarano disponibili a eseguire una accurata analisi dei dati clinici, terapeutici ed epidemiologici del Covid-19: "La posta in gioco e' alta - concludono -, e le scelte sono urgenti ed improcrastinabili per evitare che una fase critica, che si annuncia lunga, impatti negativamente su morbosita' e mortalita' per malattie gia' ben conosciute, oggi fortemente associate anche a COVID-19"