
Il corpo di Evelina Federigo, per tutti Evita, è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria di Treviso, che sta cercando di capire la dinamica dell’incidente tra la Panda condotta dalla donna residente a Cascina e la Porsche Panamera alla cui guida c’era il 54enne Ermanno Boffa, marito di Sabrina Benetton. In un ultimo gesto d’amore, la famiglia ha deciso di donare gli organi di Evita, con la speranza che il suo cuore possa battere in un altro petto.
"Abbiamo fatto la donazione degli organi – ci dice il marito Diego De Vita – perché erano tutti intatti: mi hanno detto che aveva solo una piccola frattura a un osso della spalla, per il resto era integra. Non riesco a spiegarmelo. Quel colpo alla testa le è stato fatale, ci avevano dato una sola speranza, ma non c’è stato verso di poterla aiutare". Da chiarire ancora le dinamiche dell’incidente. Da una prima ricostruzione – ma sono in corso accertamenti delle forze dell’ordine – sembra che Evelina stesse attraversando l’incrocio tra la Feltrina e via Argine e via Cal Trevigiana, quando è sopraggiunta la Porsche Panamera che l’ha centrata in pieno, scaraventando l’auto a una decina di metri di distanza e facendo fare due giri su se stessa alla Panda. Per la violenza dell’impatto, la donna è stata anche sbalzata dalla propria auto. Da appurare anche la velocità dell’auto sportiva su cui viaggiava Boffa. "Mi sarei potuto immaginare che una cosa del genere le potesse accadere durante il giro per le consegne in scooter – sono le parole di Diego De Vita –, ma morire in macchina non è pensabile. Non riesco ancora a crederci, per me è come se stesse sempre lavorando. Probabilmente vivrò questa angoscia finché non mi riporteranno il corpo. Evita aveva fatto tanti di sacrifici, ora che si poteva godere quella gioia meritata non c’è più".
i.v.