
Ci sono anche due medici pisani tra i vincitori del Top doctors Award 2021, il riconoscimento assegnato annualmente da Top Doctors, azienda specializzata in servizi tecnologici per la sanità, ai dottori indicati dai colleghi chiamati periodicamente a indicare gli specialisti a cui si affiderebbero in caso di necessità o che consiglierebbero a un familiare: si tratta di Luca Morelli, esperto in chirurgia oncologica maggiore addominale, presidente della Fondazione Arpa e professore associato dell’Università di Pisa, e Rodolfo Capanna, primario di Ortopedia e Traumatologia dell’Aoup e direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell’ateneo. "E’ stata una grande sorpresa e una grande soddisfazione – commenta Morelli – avere ricevuto questo riconoscimento, che è il frutto dell’apprezzamento di tanti miei colleghi. Non sapevo neppure di essere stato nominato e mi fa molto piacere sapere che i colleghi abbiano fatto il mio nome quale chirurgo a cui affiderebbero la propria salute, o quella dei propri cari, se ne avessero bisogno".
Lei è allievo del professor Franco Mosca: che cosa penserebbe oggi di questo riconoscimento?
"Il Professor Mosca sarebbe sicuramente molto orgoglioso di questo premio, così come della recente mia nomina a membro dell’Academy of Master Surgeon educators, che ricopre un ruolo di leadership nel far progredire la scienza e la pratica dell’istruzione in tutte le specialità chirurgiche. E’ stato il mio maestro con la M maiuscola: a lui devo tutto".
Quale sarà il futuro dell’ospedale di Cisanello?
"Sarà fondamentale l’integrazione con l’università e con la scuola di medicina, creando un nuovo campus universitario che integrerà l’insegnamento dentro l’ospedale: quindi sarà un policlinico modernissimo anche sotto il profilo della formazione, potendo contare su tecnologie avanzatissime e un centro multidisciplinare di robotica tra i più grandi d’Europa con tre robot già disponibili e il quarto in arrivo, ma anche con un assetto multidisciplinare che metterà a frutto un grandissimo investimento sulle nuove tecnologie".
Quanto conta la formazione?
"La prima ‘missione’ del chirurgo è prendersi cura e operare bene i propri pazienti, la seconda dovrebbe essere quella di trasmettere le proprie conoscenze ai più giovani, indipendentemente dal ruolo accademico o ospedaliero. Nella mia esperienza, non c’è niente che dà più senso all’impegno e alle fatiche di ogni giorno, di vedere guarito un paziente e vedere un allievo eseguire con autonomia e successo un intervento chirurgico, o apprezzare come diventi gradualmente autonomo e competente nel prendere decisioni cliniche".
Come vede il futuro della chirurgia pisana?
"Quando l’ospedale sarà completato sarà uno dei più all’avanguardia d’Europa e non avrà nulla da invidiare neppure ai centri più blasonati americani. Sto per tagliare il traguardo personale dei mille interventi robotici e sono convinto che l’utilizzo delle tecnologie abbia davvero cambiato la qualità dell’assistenza e dei risultati che possiamo avere nei pazienti. La tecnologia può dare ancora tanto nell’implementazione delle cure".
Un messaggio ai giovani?
"Bisogna incoraggiare i ragazzi che vogliono studiare medicina, nonostante le difficoltà rappresentate dal test d’ingresso. Sicuramente la strada è impegnativa, con un orizzonte temporale piuttosto lungo ma è un percorso professionale di grande passione e di grandi soddisfazioni. Non bisogna arrendersi di fronte a eventuali insuccessi nei test d’accesso e riprovarci perché un anno e due di ritardo a quell’età non pregiudicano la prospettiva finale di carriera".
Guglielmo Vezzosi