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Chiesa dei Galletti: via la croce pericolante

Lavori in corso sul lungarno per ripristinarla. L’architetto della Diocesi: "La stiamo ricollocando d’accordo con la Soprintendenza"

Il vento che soffia e la croce sommitale pericolante. Una croce metallica sulla facciata della chiesa dei Galletti sul lungarno Pacinotti che è stata poi rimossa dai vigili del fuoco durante un sopralluogo per la messa in sicurezza del luogo. Adesso, l’ingresso è stato transennato in preparazione ai lavori. Dovrà essere ricostruito il basamento in cemento di supporto, ma resta possibile accedere e frequentare la chiesa tenuta aperta da un gruppo di volontari. "Stiamo predisponendo la ricollocazione", spiega l’architetto Maria Rocchi dell’ufficio tecnico diocesano "in accordo con la Soprintendenza".

La struttura della chiesa è antichissima: è considerata uno dei gioielli pisani. La facciata fu eseguita nel 1758 dall’architetto Ignazio Pellegrini. L’interno è stato completamente ristrutturato nel XVI secolo: prezioso il soffitto ligneo con dipinti attribuiti al fiorentino Jacopo Vignali e decorazioni a stucco delle pareti del XVIII secolo. Sull’altar maggiore si trova l’immagine della Madonna dei Galletti, opera del ’300 del senese Taddeo di Bartolo, proveniente dalla casa della famiglia Galletti.

La chiesa è tenuta aperta da un gruppo di volontari che vanno a pregare "tutti i giorni" rendendo così accessibile questo tesoro ai pisani e non solo. "Da 7 anni – spiega Natalino – recitiamo il rosario a turno davanti al santissimo sacramento". L’adorazione eucaristica viene eseguita dinnanzi all’ostensorio che Giovanni Paolo II donò in Santa Maria dei Galletti a monsignor Tarcisio Borla.

"Cerchiamo di aprire tutti i giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 17 – aggiunge Natalino – Ma il mio sogno sarebbe quello di organizzare un’adorazione 24 ore su 24, giorno e notte per permettere anche a chi lavora di poter partecipare". "In Toscana è già possibile farlo in sei chiese tra cui a Prato, Pistoia, Scandicci, Donoratico". Chiusa all’improvviso nel 2012, dopo la morte di don Benito Alberti, è stata riaperta grazie ai volontari che continuano così a esaudire il desiderio di Teresa Pettazzi che lasciò in eredità il monumento alla Diocesi con la richiesta di organizzarvi l’adorazione perpetua dell’Eucarestia.

Antonia Casini