FRANCESCA BIANCHI
Cronaca

La rabbia dei centri commerciali: "Noi chiusi, gli altri aperti"

Giuseppe Raimo, presidente del "Pisanova": "Nei week-end saracinesche abbassate per 30 attività. In città negozi al lavoro tra code e assembramenti"

Giuseppe Raimo con Giulia Gori e Andrea Benedetti (foto Enrico Mattia Del Punta)

Pisa, 20 gennaio 2021 - Centri commerciali chiusi (da decreto) nel week end, strade e vie dello shopping presi d’assalto. Ecco la "fotografia" della zona gialla. Una situazione che sta diventando insostenibile per gli operatori che nei festivi e prefestivi sono costretti a spegnere le luci e incrociare le braccia. Anche il centro commerciale Pisanova è in pesantissimo affanno: 37 attività in tutto di cui solo 7 possono rimanere aperte nei fine settimana: l’ipermercato e i negozi considerati essenziali o di prima necessità (farmacia, telefonia, ottica, erboristeria, profumeria...).

«Un periodo nerissimo – afferma Giuseppe Raimo, farmacista, da un anno presidente del centro commerciale Pisanova (storica e unica galleria cittadina, inaugurata nel novembre del 1993) – le perdite per i negozi della galleria sono enormi. Se già sotto Natale, con le chiusure scattate per il ponte dell’Immacolata e il 24 dicembre, il calo è stato del 45-50% adesso la situazione è davvero di grande crisi: farci chiudere il sabato e la domenica vuol dire mettere in ginocchio le attività. E a fronte di tutto questo le spese sono rimaste le stesse. Non solo: quel che è veramente assurdo - prosegue Raimo – è il fatto che il nostro centro commerciale, come tutti gli altri, è stato aperto nel periodo più difficile della pandemia garantendo servizi in completa sicurezza, e si è organizzato in modo assolutamente rigoroso per tutelare la salute di clienti e dipendenti: ingressi contingentati, misurazione della temperatura, igienizzazione e areazione dei locali continua. Non voglio che questo mio sfogo sia preso come una guerra con gli altri operatori, ma vedere Borgo e Corso Italia con le file fuori dai negozi nello scorso fine settimana mi ha fatto veramente male. Lo stesso vedere clienti che fanno shopping senza problemi negli store specializzati, dall’arredamento allo sport, anche nei fine settimana. E noi? Chiedo ai politici: che trattamento economico avranno i nostri operatori rispetto agli altri? Sarà identico? Qui si parla di oltre 30 negozi, oltre 30 operatori, che sono vicine al punto di non ritorno".

«In questi weekend gialli ho visto ovunque strade piene di gente, senza alcun controllo anti-assembramento, clienti in coda anche senza mascherina. E noi che – fin dall’inizio garantiamo gli ingressi contingentati e seguiamo regole ferree – siamo stati invece costretti a rimanere chiusi" queste le parole di Barbara De Cesare del negozio di abbigliamento per bambini "Original Marines" al piano terra del centro Pisanova – a dicembre abbiamo lavorato 15 giorni su 31, a novembre 17 su 30, a gennaio riusciremo a restare aperti 19/20 giorni e basta. E i mancati incassi chi ce li ridarà? Ci sentiamo come dentro una lotteria, senza aiuti e sostegno".

Una sensazione condivisa, tra rabbia e sconforto. "I miei dipendenti aspettano ancora la cassa integrazione di novembre e nessuno ha idea di quanto questa situazione andrà avanti – aggiunge Andrea Anticoli (titolare dei due punti vendita – uomo e donna - "Fandango", al centro commerciale Pisa nova fin dalla sua inaugurazione negli anni Novanta) - abbiamo i negozi pieni di merce invernale che nessuno ha comprato nel periodo natalizio, un po’ per i vari stop imposti dal governo, un po’ perchè le persone hanno effettivamente speso meno, hanno meno disponibilità economiche, molti sono in cassa integrazione e hanno ridotto gli spostamenti. La crisi dovuta a questa pandemia colpisce tutti, lo tocchiamo con mano e lo comprendiamo. Ma chiudere le nostre attività, solamente le nostre attività, nei giorni clou dello shopping, quando abbiamo dimostrato dimostrato di poter assicurare ogni misura di sicurezza esistente, è la mazzata finale. Senza dimenticare che a gennaio/febbraio 2020, come da prassi e enza immaginare cosa sarebbe successo di lì a poco, tutti avevamo già ordinato la merce per la primavera 2021: questa chi la comprerà? Anche far slittare i saldi a fine gennaio, con i magazzini ancora stra-pieni della merce invernale, è una decisione assurda che ci penalizza ulteriormente".