La misteriosa strage dei cavalli: già 19 morti

Il centro “Ihp“ di Volterra sconvolto da un fenomeno finora senza spiegazioni. Il presidente: "Da due anni viviamo nel terrore"

Al centro Ihp di Volterra, dal dicembre del 2018 sono morti diciannove cavalli

Al centro Ihp di Volterra, dal dicembre del 2018 sono morti diciannove cavalli

Volterra (Pisa), 22 dicembre 2020 - Il rumore si ritira e lascia il passo ad una quiete immersa in una natura nutrita di asprezze. Nelle campagne che da Volterra, nel Pisano, declinano verso i paesaggi senesi, vi sono dubbi rimasti a macerare per due anni. Un equilibrio squassato da una strage che puntella più interrogativi che certezze marmoree: qual è la causa che ha scatenato la morte di 19 cavalli, in buono stato di salute, nel centro per cavalli maltrattati e sottoposti a sequestro giudiziario gestito dalla onlus Italian Horse Protection? Perché, dal dicembre 2018 fino all’ultimo decesso avvenuto sabato scorso, le domande continuano a fluire in un incaglio che non dà certezze ma sentieri ipotetici? E’ un cerchio maledetto in cui tutte le piste gorgogliano incessanti.

I primi cavalli morirono fra il dicembre 2018 ed il gennaio 2019: nove esemplari sani, senza alcun sintomo di malessere, crollati a terra d’un colpo come se fossero stati colpiti da un nemico invisibile. Da allora, l’incubo è tornato a materializzarsi: altri esemplari trovati morti nei mesi passati, mentre gli ultimi tre decessi sono stati cristallizzati dalle telecamere di sorveglianza del centro di recupero in una sequenza tanto fulminea quanto agghiacciante. Tre cavalli morti ad un mese di distanza l’uno dall’altro, quindi da metà ottobre fino al 19 dicembre scorso, allo stesso orario, in un arco temporale dalle 8.30 alle 9, in un frame durato non più di 5 minuti. Per la cavalla deceduta improvvisamente il 19 dicembre, si sussurra l’ipotesi di una morte per insufficienza cardiaca, ma manca l’elemento chiave, come per gli altri sfortunati cavalli, per dare una cornice esatta a questa strage. Le autopsie hanno escluso alcune ipotesi come un avvelenamento da stricnina, pesticidi o arsenico, mentre i protocolli che vengono apparecchiati in questi casi più unici che rari non contemplano esami mirati a cercare tracce di cianuro.

Gli esami botanici hanno rinvenuto nella zona alcune piante tossiche. Ma la presenza delle stesse non giustificherebbe una morte tanto repentina. E resta aperta la pista di un misterioso avvelenatore, forse un nemico della onlus che si batte per strappare i cavalli dalle grinfie di maltrattamenti e corse clandestine. Il centro di recupero è velato da un senso di sbigottimento.

"Viviamo nel terrore costante – racconta Sonny Richichi, presidente della onlus Italian Horse Protection – sono stati fatti esami accurati, anche all’estero, ma mancano indicazioni precise sulle cause. Alcuni esemplari sono stramazzati improvvisamente al pascolo, altri, come gli ultimi tre, fuori dai campi. Ma sconcerta il fatto che siano tutti deceduti con la stessa modalità, e mi riferisco a esemplari in buona salute che si sono accasciati a terra e che sono morti in una manciata di minuti. Forse alla base vi è un’intossicazione, forse vi è qualcosa di anomalo nel sottosuolo". Lei ha nemici? "La onlus porta avanti un lavoro delicato – risponde Richichi – ma non ho mai ricevuto minacce, se escludiamo post ingiuriosi sui social per le nostre battaglie contro i Palii dove si utilizzano cavalli, contro gli aguzzini che costringono i cavalli a corse clandestine o a una vita di maltrattamenti. Non abbiamo rapporti idilliaci con alcuni cacciatori, ma vivendo in campagna può accadere".