Caso Ragusa, Logli chiede la revisione del processo: il presidente si riserva

Antonio Logli è accusato dell'omicidio della moglie ed è stato condannato a 20 anni

Roberta Ragusa

Roberta Ragusa

Genova, 5 dicembre 2022 -  Si è svolta oggi (5 dicembre 2022), l'udienza alla Corte d’appello di Genova, l’udienza per valutare l’istanza di revisione del processo depositata dal pool difensivo (la criminologa Anna Vagli, la genetista forense Teresa Accetta e l’avvocato Andrea Vernazza) di Antonio Logli, condannato in via definitiva a 20 anni per omicidio volontario e distruzione del corpo della moglie Roberta Ragusa. Il presidente si è riservato. L'esito si conoscerà dunque tra qualche giorno.

La richiesta si basa, in particolare, sull’acquisizione di nuove testimonianze (persone incarcerate nella stessa casa circondariale dell'ex impiegato comunale di San Giuliano) che smentirebbero il super testimone Loris Gozi, che dichiarò di avere visto Logli litigare, la notte della scomparsa dell’imprenditrice di Gello, a gennaio 2012, con la moglie e rientrare a casa in auto. 

A Genova erano presenti anche le parti civili in rappresentanza dei familiari di Roberta e dell'associazione Penelope che tutela le persone scomparse e i loro famiglie. "La richiesta di revisione del processo è legittima ma infondata", hanno dichiarato nei giorni scorsi proprio gli avvocati Nicodemo Gentile e Daica Rometta, rappresentanti di Penelope e dei parenti della donna di cui si sono perse le tracce da ormai 10 anni

"Abbiamo presentato e discusso un'ampia memoria fondata sostanzialmente su due detenuti ai quali Loris Gozi, ritenuto il supertestimone del caso Ragusa, confidò di avere mentito quando disse di avere visto Logli in auto vicino la sua abitazione", ha detto l'avvocato Vernazza.

I giudici si sono riservati la decisione che sarà resa nota, ha proseguito il difensore di Logli, "entro 15 giorni".  Tuttavia il legale ha già presentato un'eccezione producendo una sentenza delle sezioni unite della Cassazione nel 2002 per questioni procedurali. "La corte di appello di Genova - ha spiegato Vernazza - ha infatti ammesso le parti civili, cioè l'associazione Penelope e le cugine di Roberta Ragusa, d'accordo con la procura generale, pur in una fase, come questa, ovvero rescindente (nella quale chiediamo l'ammissione di nuove prove per aprire un nuovo processo), in cui non avevano diritto di esserci, come stabilito appunto dalla sentenza da me prodotta e ai più messa in discussione nei vent'anni successivi. Pertanto se la nostra istanza sarà respinta faremo ricorso per Cassazione perché vorrà dire che la giurisprudenza, dopo 20 anni, è cambiata".