Caso Ragusa, Gozi arrestato per oltraggio. La moglie: "Troppa pressione, siamo sfiniti"

Il 45enne che ha incastrato Antonio Logli è accusato di aver danneggiato la Volante e mostrato i genitali. "Stava solo urinando"

Loris Gozi a "Quarto grado"

Loris Gozi a "Quarto grado"

Pisa, 11 settembre 2022 - Nuovi guai giudiziari per Loris Gozi, il 45enne testimone chiave nel proccesso sulla sparizione di Roberta Ragusa, la mamma imprenditrice di Gello scomparsa a gennaio 2012. Il marito Antonio Logli è stato condannato a 20 anni per l’uccisione e la distruzione del suo corpo. Venerdì sera l’uomo - che ha raccontato di aver visto quella notte di 10 anni fa prima l’ex impiegato comunale davanti ai campi vicino casa attraverso cui sarebbe scappata la moglie dopo aver scoperto che la sua amante era Sara Calzolaio, e poi una coppia litigare in strada - è stato arrestato dagli agenti delle Volanti con l’accusa di resistenza e violenza, oltraggio a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato ai danni dello Stato. Ieri si è tenuta la direttissima (pm onorario Massimiliano Costabile, giudice Giovanni Zucconi). L’avvocato Antonio Cozza ha chiesto i termini a difesa e Gozi è stato liberato con l’obbligo di firma tre volte a settimana in attesa del processo, il 7 ottobre. "Subisce troppa pressione – spiega la moglie a margine dell’udienza – è provato psicologicamente".

I fatti nella ricostruzione della Questura. Alle 19.30 una pattuglia è intervenuta in via Lenin a San Giuliano, su segnalazione di una donna (la moglie di Gozi, ndr) che ha chiesto l’arrivo di operatori perché suo marito, "palesemente alterato, stava litigando con una persona sulla pubblica via". Gli agenti hanno individuato due uomnini, uno stava minacciando l’altro di aggredirlo. I poliziotti li hanno separati riportando la calma e identificandoli. Il passante ha riferito di conoscere di vista l’altro e di essere stato sì minacciato e offeso "senza alcun motivo", ma di non essere stato percosso grazie al tempestivo intervento della pattuglia. Non ha voluto quindi sporgere querela.

Ma Loris avrebbe invece minacciato di morte gli agenti offendendoli a più riprese e mostrando loro i genitali. "Doveva soltanto urinare", aggiunge ancora la moglie. I poliziotti lo hanno caricato sull’auto di servizio "rimediando anche qualche colpo sferrato nelle concitate fasi", l’accusa degli investigatori. Nel tragitto fino alla questura l’uomo avrebbe continuato con gli improperi, danneggiando inoltre a calci il vetro e la portiera della bolla di sicurezza della vettura di servizio. E’ stata fatta intervenire anche un’ambulanza per le cure mediche "dovute al suo stato di alterazione".

Un fatto che per la moglie sarebbe legato alla testimonianza resa da lui in aula. "Gli danno spesso dell’infame – ci racconta – Sopporta ma non è facile e ha perso la pazienza, è un brutto periodo per lui. E infatti ha chiesto scusa in aula. Non ce l’aveva con i poliziotti, ma temeva il carcere". "Non è giusto che un cittadino che ha fatto il suo dovere riportando ciò che ha visto – aggiunge la donna – debba subire poi accuse senza motivo. La polizia l’ho chiamata io, anzi, prima ancora lui stesso". A ottobre sarà il Tribunale a giudicare.