Caro-farina e manodopera Il pane è sempre più salato

Panettieri esasperati dai rincari dei prezzi della farina, che è raddoppiata . Da 30 centesimi ai 65 degli ultimi giorni: "E la gente compra meno"

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Non solo la farina al centro delle lamentele dei fornai pisani: insieme ai rincari della materia prima infatti si accalcano le spese relative a tutte le forniture, e ad aggravare ancora di più la situazione, le bollette da cifre record. I panettieri sono esasperati dai rincari dei prezzi della farina, che raddoppia da circa 30 centesimi ai 65 degli ultimi giorni: "Dobbiamo aumentare i prezzi, e la gente compra meno", commenta o Ilaria Pisani, titolare insieme al fratello Emanuele del Panificio Pasticceria “Le Dolci tentazioni”, in piazza delle Vettovaglie. "Tutte le forniture sono aumentate: formaggi, prodotti da forno in genere, e per la prima volta facciamo pagare le bustine trasparenti ai nostri clienti – aggiunge Fabio Sandrelli della panetteria Le Volte, in pieno centro cittadino –. Siamo costretti a fare i salti mortali per compensare le spese che abbiamo, e ci dispiace farlo gravando sui nostri clienti affezionati", aggiunge, evidenziando poi come sia la clientela fissa a rappresentare per loro l’unica certezza, alla luce delle tante nuove aperture di minimarket e supermercati in centro. C’è chi cerca di non far lievitare i prezzi, contenendo gli aumenti sul banco, ma arrivando a stento a fine mese anche a causa degli aumenti dell’energia elettrica e delle altre utenze. Riesce a farlo chi magari ha il fondo di proprietà, o chi lavora aiutato dalla famiglia, e non ha dipendenti esterni. Una panetteria storica, come quella di Giovanni Borelli in via Garibaldi, si trova invece in difficoltà più per gli aumenti dei prezzi dell’olio, altro ingrediente fondamentale, soprattutto per chi come loro ha una buona parte della produzione legata a pizze, focacce e simili: "Usiamo olio di girasole, extravergine e di oliva – conferma Borrelli –e siamo messi in grossa difficoltà dai rincari di questi ultimi tempi". Le coltivazioni di grano in Italia sono cresciute negli ultimi mesi dopo la crisi in Ucraina, molti terreni sono stati convertiti al prezioso cereale, ma molto è acquistato dai paesi esteri, mentre il fabbisogno locale necessiterebbe un pieno utilizzo del prodotto; un tempo la Padania, ci ha raccontato chi lavora in questo settore da decenni, era considerato il “granaio d’Europa”, ma adesso non è più così. A pesare sulle spalle di chi con fatica produce uno degli alimenti base della nostra alimentazione sono molti fattori, tra i quali le spese relative alla manutenzione dei macchinari, che richiedono attenzione costante anche per superare i controlli: eventuali multe e spese impreviste peggiorerebbero la situazione.

"Ci piacerebbe dare lavoro ai giovani", ha concluso il titolare del panificio di Via Garibaldi “ma non ce la facciamo, e dobbiamo chiudere nella fascia pomeridiana, per mancanza di personale che ci dia una mano".

Alessandra Alderigi