ANTONIA CASINI
Cronaca

Camp Darby, ex comandante finisce a processo per peculato

Le accuse: aver utilizzato per scopi personali l’auto di servizio, abuso d’ufficio e falso ideologico

a porta di ingresso della base militare, l’accusa riguarda l’ex comandante della parte italiana, (foto Del Punta/Valtriani)

Pisa, 2 novembre 2023 – Nuova contestazione per il colonnello Renato Vaira, ex comandante della parte italiana di Camp Darby. A Pisa era già a processo per peculato (l’accusa è di aver utilizzato per scopi personali l’auto di servizio, si tratta di piccole cifre), abuso d’ufficio e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale. Adesso, si è aggiunto l’articolo 196 del codice penale militare di pace, "ingiuria ai subordinati". Più di una le parti offese. Una modifica richiesta dal pubblico ministero Miriam Pamela Romano che ha seguito il caso.

Il Tribunale militare di Roma - davanti al quale il graduato aveva un altro procedimento connesso al filone pisano - in una sentenza ha rilevato il proprio difetto di giurisdizione in favore di quello ordinario di Pisa. Martedì si è tenuta la nuova udienza davanti al terzo collegio pisano: Giovanni Zucconi, Annalisa Dini e Rocco Domenico Vatrano.

A capo del comando italiano di Camp Darby dal 2015 fino all’inizio del 2021, al colonnello Vaira viene imputato di aver usato l’auto di servizio per scopi personali e privati in occasioni non istituzionali. Il ministero della Difesa non si è costituito parte civile.

Ma c’è anche un altro fronte per l’ufficiale, difeso dall’avvocato Giorgio Carta del foro di Cagliari: abuso d’ufficio e falso ideologico. Un militare dell’esercito all’epoca di stanza a Camp Darby - tutelato dall’avvocato Isabella Martini del foro di Livorno - ritiene di essere stato danneggiato da una serie di atti firmati dall’ex comandante. E con il suo legale si è costituito parte civile davanti al giudice per l’udienza preliminare Giulio Cesare Cipolletta.

Il graduato sostiene infatti di essere stato danneggiato da Vaira in particolare nella compilazione delle note caratteristiche. L’allora comandante in sostanza avrebbe abbassato il giudizio sul sottoposto passato così da eccellente a superiore alla media. Una diminutio originata - secondo l’impianto accusatorio - dal rifiuto della presunta parte offesa a prestarsi a favori personali ritenuti illeciti. Tutto partì da un esposto fatto all’interno della base che si è poi trasformato in un processo.

Nella prossima udienza prevista per il 28 novembre, il militare dovrà rispondere dunque anche di ingiuria. Si terrà la nuova istruttoria per questa nuova accusa con i testimoni del pm e quelli della difesa. E’ probabile che si stabilisca un’ulteriore udienza per la discussione e la sentenza.