Furto al museo di Storia naturale di Calci: rubato corno afrodisiaco

Via anche un dente di Narvalo, anch’esso d’avorio. Valore: 30mila euro

Il corno rubato

Il corno rubato

Pisa, 9 marzo 2015 - UN VALORE che, secondo il direttore, potrebbe aggirarsi tra i 20 ai 30mila euro. Ma anche di più. Un pezzo da museo ma non solo: secondo una credenza diffusa nella medicina tradizionale orientale, soprattutto cinese, avrebbe – una volta grattugiato o polverizzato – potenti proprietà afrodisiache e curative. E’ stato rubato nella notte tra venerdì e sabato un corno di rinoceronte risalente al 1.600 esposto nella Galleria Storica del Museo di storia naturale dell’Università di Pisa, alla Certosa di Calci. Un ‘colpo’ da professionisti che si rivolge ad un mercato internazionale preciso, remunerativo e fiorente. Negli ultimi mesi corni di rinoceronte dal valore molto più elevato (fino a 300-400mila euro) sono stati trafugati anche in altri musei italiani: a fine gennaio al Museo Zoologico di Modena, a luglio in quello di Macerata. Un ‘colpo’ scoperto solo qualche ora dopo l’apertura: a notare la teca vuota (è stato portato via anche un dente di Narvalo, anch’esso di avorio, destinato probabilmente al mercato dei collezionisti) è stato sabato un operatore impegnato in una visita guidata insieme a una comitiva. Fino a quel momento nessuno si era accorto che qualcosa mancava all’appello.

I LADRI hanno rotto il vetro nella parte inferiore della porta-finestra che si apre sull’oliveto esterno alla Certosa, usando molto probabilmente – come riferisce il direttore del Museo, il professor Roberto Barbuti che ha sporto subito denuncia alla stazione dei Carabinieri di Calci – una vecchia ascia trovata sul posto. Hanno disposto all’esterno i cocci di vetro – in modo che non si notassero al passaggio dei visitatori nelle sale – e poi, una volta entrati, hanno forzato la vetrinetta di legno senza alcuna difficoltà. Corno (60 centimetri di lunghezza e 3-4 kg di peso) e dente sono stati portati via velocemente e senza intoppi: il sistema di allarme sarebbe, infatti, regolarmente scattato ma il fortissimo vento della nottata (forse scelta non a caso) ha convinto la polizia privata, arrivata sul posto nel giro di pochi minuti, che l’intruso fosse solamente il maltempo. Per il Museo di storia naturale di Calci (che nella giornata di ieri è rimasto regolarmente aperto fino alle 19) è comunque una prima volta: mai era stato registrato un tentativo di effrazione o un furto di qualsiasi tipo.

«QUESTA mattina – conferma il professor Roberto Barbuti (ordinario di Informatica presso l’Ateneo di Pisa, direttore del Museo dal 2012 grazie ai suoi studi sull’evoluzione biologica, l’ecologia e la medicina) – i tecnici dell’Università si metteranno all’opera per recuperare i filmati delle telecamere che non puntano proprio sulla teca presa di mira dai ladri ma poco distante. La speranza è che possa emergere qualche dettaglio utile alle indagini». I carabinieri – come spiegato dal maresciallo Domenico Guglielmi – stanno già comunque battendo una pista, legata appunto al mercato di cimeli di questo tipo.