
Processo "lampo" con rito abbreviato davanti il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pisa Donato D’Auria per la vicenda dei "buchi" nei conti del Cus Pisa. Vicenda che, secondo le indagini della procura di Pisa, avrebbe visto il commissario nominato dal Cus, l’avvocato Nicola Aprile (nella foto), prendere quei soldi per finalità esterne. E li avrebbe usati – secondo l’accusa – per lo più in sale gioco. Aprile aveva chiesto tramite i suoi legali, gli avvocati Mario De Giorgio e Vito Donato Epifani il processo rapido all’esito del quale è stato condannato a tre anni e 8 mesi di reclusione, in quanto ritenuto responsabile di entrambi i titoli di reato contestati: peculato e appropriazione indebita. Al centro della vicenda ci sarebbero 55mila euro di cui 17mila sarebbero stati restituiti: soldi che sarebbero dovuti servire per le attività sportive del centro universitario e che, nel teorema accusatorio, avrebbero seguita anche un’altra destinazione. I fatti riguarderebbero il 2017 e i primi mesi del 2018. Il Cus si è costituito parte civile. La denuncia in Procura e la richiesta di rinvio a giudizio sono arrivate all’esito di una lunga vità d’indagine che ha cercato numerosi riscontri subito dopo l’allontanamento di Aprile. L’avvocato, originario di Lecce, arrivò a Pisa come commissario del Cus nell’estate 2017 per sistemare la gestione del centro universitario sportivo, in quanto il manager venne individuato come la persona che aveva le giuste competenze per risolvere la situazione.
Ma dopo poco si fecero – si apprende – insistenti anche alcune voci proprio su come Aprile avrebbe gestito i conti. Il commissario se ne andò a metà anno del 2018 accompagnato da forti malumori. E a quel punto sarebbero scattati gli accertamenti e gli approfondimenti per capire se davvero qualcosa non andava: è allora che sarebbero emersi gli ammanchi per migliaia di euro che hanno fatto poi da detonatore all’indagine degli inquirenti pisani arrivati, una volta chiuso il cerchio, a chiedere il processo.
I legali dell’ex commissario, in sede di processo allo stato degli atti hanno portato elementi, si apprende, che avrebbero dato sia spiegazioni che un diverso copione della vicenda destinata probabilmente – a questo punto – al passaggio in corte d’appello, una volta lette le motivazioni del giudice D’Auria. Intanto il Cus è ripartito dopo un secondo commissariamento con effetti positivi. E questa vicenda – sulla quale, comunque, dovrà ancora esprimersi la giustizia – è alle spalle.
Carlo Baroni