CARLO VENTURINI
Cronaca

"Batteri coliformi fecali alla foce dell’Arno"

L’analisi del campione prelevato da Legambiente. Il direttore Gasperini: "Le condizioni del fiume sono peggiorate negli ultimi anni"

di Carlo Venturini

Uno su uno. Goletta verde ha fatto un prelievo dell’acqua alla foce dell’Arno che risulta dalle analisi conseguenti "inquinato da escherichia coli ed enterococchi". Uno su uno dicevamo perché le analisi si sono concentrate sul solo fiume Arno, e non sul Serchio o il fiume Morto. "L’inquinamento rilevato è un campanello di allarme. Non c’è un’emergenza vera e propria, ma va rilevato che i dati sono peggiorati rispetto alle analisi degli anni precedenti": dice Federico Gasperini direttore di Legambiente Toscana.

I motivi sono presto detti e ce li spiega lo stesso direttore: "Da un lato il periodo siccitoso gioca un ruolo non banale, dall’altro c’è il problema della depurazione che potrebbe essere ‘aggiornata’ ed integrata con la depurazione alternativa e cioè ad esempio con la fitodepurazione che è totalmente naturale e potrebbe essere usata per quei piccoli scarichi che spesso fuggono alla depurazione principale". La storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, ha previsto il campionamento in Toscana tra il 20 e il 22 giugno.

I campionamenti di Goletta Verde non si vogliono sostituire ai dati ufficiali, ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. Se, infatti, i dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo, le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo che è quello di andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci e canali d’acqua, il principale veicolo con cui l’inquinamento arriva in mare. "Tanto per essere più espliciti noi abbiamo campionato l’acqua della foce dell’Arno non il mare": precisa Gasperini. Come dire che non è detto che tutto l’inquinamento fluviale si riversi tout court in mare che ha dalla sua, la salinità. "Ripeto: si tratta di criticità e campanelli d’allarme e non di una vera emergenza. Ma si deve intervenire prima che la situazioni peggiori". Se volgiamo lo sguardo ai cugini labronici, lo Scolmatore è più pulito dell’Arno perché ha fatto registrare dei livelli di inquinanti, "entro i limiti".

Le analisi mostrano dunque delle criticità in questo inizio di stagione presso alcune delle foci campionate, criticità dovute alla presenza di batteri di origine fecale, considerati un marker di inquinamento dovuto a scarsa depurazione. "ll quadro che si presenta davanti a noi quest’anno è quello di un sostanziale rimescolamento delle carte – dichiarano Fausto Ferruzza presidente di Legambiente Toscana – infatti, assistiamo a un lieve ma sostanziale miglioramento delle stazioni settentrionali della costa apuoversiliese, e contemporaneamente dobbiamo assistere a un deterioramento delle performance della costa meridionale". Le analisi sono state eseguite da due laboratori individuati sul territorio: Idroconsult Laboratori Riuniti Srl di Calenzano (Firenze) e Bioconsult di Follonica (Grosseto).