Miranda VI è di nuovo sul fondo dell’Arno. La storica barca a vela, fatta costruire nel 1981 dalla famiglia Bianchi, disegnata dal famoso progettista americano Britton Chance, era stata costruita nei Cantieri navali 71 di Castiglion della Pescaia.
Uno scafo che ha girato il mondo e partecipato a regate importanti percorrendo gli oceani Pacifico e Atlantico. Poi il 31 marzo scorso, mentre era ormeggiata in Arno, ha cominciato ad affondare. Fino a scomparire se non fosse per l’albero che ancora spunta dall’acqua. Le cause sono ancora sconosciute. Sull’episodio c’è un’inchiesta aperta in corso.
Da qui partono le peripezie della famiglia. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco che hanno messo boe e fari per segnalare e illuminare l’area di giorno e di notte. Seguono una diffida della Regione per rimuoverla, un’ordinanza comunale e la proroga. "Ma non è un’operazione facile ed è pure molto onerosa. Abbiamo acquistato 18 palloni e il 13 agosto mio figlio Giancarlo, attuale proprietario dell’imbarcazione con cui lavora, è riuscito a tirarla su con l’aiuto di un amico. Una grande fatica", ha spiegato la madre Ornella. La famiglia è seguita dall’avvocato Arianna Tabarracci del foro di Pisa per tutti gli adempimenti. "Giancarlo è rimasto a fianco di Miranda VI su un gommone per controllare che tutto fosse a posto".
"Ieri sera alle 22 (venerdì per chi legge) – continua la signora che ha "presentato denuncia ai carabinieri" – è passato un motoscafo che ha buttato giù i palloni. E la barca si è di nuovo in parte inabissata".
Il futuro. "Non sappiamo più come fare – proseguono i Bianchi – quella vela è la nostra vita. Mio figlio Giancarlo è stato battezzato a bordo, questo fa capire quanto sia importante per noi quella barca che non è solo un natante, è una passione, è vita. Ma da soli non ce la facciamo, chiediamo di nuovo aiuto".