Bambina di 6 anni morta soffocata a scuola, insegnante condannata

Ribaltata la sentenza di 1° grado: in appello, 4 mesi alla docente di sostegno della bambina. 75mila euro di provvisionale a testa per i nonni

L’ambulanza che cercò di soccorrere la piccola e i carabinieri alla scuola Agazzi

L’ambulanza che cercò di soccorrere la piccola e i carabinieri alla scuola Agazzi

Pisa, 17 novembre 2021 -  Morte della piccola Marianeve. In secondo grado la sentenza è stata riformata e la sua maestra di sostegno è stata condannata a 4 mesi con sospensione condizionale e non menzione. Roberta Castellani era stata assolta in abbreviato dal giudice di Pisa, dottor Pietro Murano. Ma, a Firenze, (Masi, Favi, Perini) il verdetto è stato ribaltato. La Corte d’appello ha riconosciuto anche una provvisionale importante ai parenti di parte civile: 75mila euro per ciascun nonno. La famiglia della piccola, che sta portando avanti tanti progetti in suo nome, è tutelata dai legali Salvatore Salidu, Elena Borsacchi e Stefani Tovani.  

La bimba, 6 anni, soffocò con un pezzo di spugna ingerito mentre si trovava a scuola, l’istituto "Agazzi" di Pisa. Era il 2 dicembre del 2016. Per quella tragedia sono a processo (in un procedimento riunito) altre due insegnanti: Donatella Polvani, maestra cosiddetta ‘titolare’, difesa dagli avvocati Max Giordano Marescalchi e Chiara Miele) ed Elena Marchetti (tutelata da Marzio Piselli) insegnante di sostegno di un altro alunno disabile della stessa classe. L’udienza è stata riaggiornata al 16 dicembre per ascoltare i consulenti tecnici, in attesa di sentire le tre imputate. A ottobre scorso (giudice Messina) l’ex dirigente dei Servizi educativi del Comune di Pisa, come test, aveva ricostruito quel giorno. L’obiettivo è capire chi delle tre fosse presente in classe quando Marianeve ingoiò la spugna.

Era stata la mamma, Elisa, che aveva deposto in aula a settembre 2020, a raccontare, invece, chi era sua figlia. "Era nata prematura, con terapie riabilitative - alternavamo cavallo, piscina, musica, psicomotricità e socialità - cognitivamente aveva recuperato tanto. C’era dunque discrepanza con la sua possibilità di movimento e questo le provocava stress. Ci metteva tanto tempo, per esempio, per mangiare", aveva ripetuto la madre. E proprio su questo punto, il legale della famiglia, il professor Salidu, ha prodotto un video - le riprese sono avvenute a casa - in cui si vede la piccola mentre porta il cibo alla bocca, "un passaggio lento". Chi doveva controllarla quel giorno? E quali responsabilità ci furono? La difesa di Castellani (l’avvocato Carlo Porcaro D’Ambrosio), dopo aver letto le motivazioni della sentenza di appello, valuterà il ricorso in Cassazione.

Antonia Casini