Bambina morta in auto a Pisa, l’inferno di babbo Daniele: "È solo colpa mia"

Il padre della piccola Giorgia è sotto shock, la moglie non lo lascia mai solo. A casa della famiglia, distrutta dal dolore come l'intera comunità, il pellegrinaggio degli amici

L’asilo nido Snoopy di Riglione dove la piccola Giorgia sarebbe dovuta arrivare, come ogni mattina, anche venerdì

L’asilo nido Snoopy di Riglione dove la piccola Giorgia sarebbe dovuta arrivare, come ogni mattina, anche venerdì

Pisa, 20 maggio 2018 - È indagato per omicidio colposo il padre di Giorgia, un anno, morta venerdì nell’auto del padre Daniele Carli, ingegnere della Continental di San Piero a Grado, lasciata parcheggiata per ore al sole nel cortile della fabbrica.

L’uomo avrebbe dovuto lasciarla come ogni mattina all’asilo nido Snoopy di Riglione e invece dopo esserci passato davanti ha tirato dritto e ha continuato a guidare per un’altra dozzina di chilometrì finché intorno alle 8.30 non ha raggiunto il posto di lavoro e ha posteggiato l’auto per andare in ufficio. Poco dopo le 15.30 è stata la madre ad andare all’asilo per riprendere la bimba senza trovarla. Le educatrici le hanno detto che nessuno l’aveva portata e allora ha chiamato il marito che ha capito subito il dramma: si è precipitato fuori, ha aperto la macchina e preso in braccio il suo angelo ormai esanime. Ha provato a rianimarla senza riuscirci. Intanto un collega ha allertato il 118 ma quando il personale sanitario è giunto sul posto in pochi minuti non ha potuto far altro che constatare il decesso avvenuto probabilmente qualche ora prima.

I rilievi della Scientifica (foto Valtriani)
I rilievi della Scientifica (foto Valtriani)

Ora sarà l’autopsia affidata dal pm Giancarlo Dominijanni al medico legale Luigi Papi, e che sarà eseguita probabilmente domani, a fornire tutte le risposte scientifiche. Atti necessari per ricostruire l’esatta dinamica e la scansione temporale dell’evento.

Ma il padre della piccola si è già condannato. Non si dà pace e continua a ripetere alla moglie che è stata colpa sua: "Non so come fai a guardarmi ancora negli occhi: ho ucciso nostra figlia". Nella casa di Musigliano di Cascina è un pellegrinaggio continuo di amici. Da ieri è sempre presente anche una psicologa per provare a dare conforto.

La moglie, soprattutto, non lo lascia mai da solo ed è quella che cerca di stargli più vicino in un momento così terribile. Secondo gli inquirenti la dinamica è già chiara e confermata dalle testimonianze raccolte dalla madre e dalle educatrici dell’asilo nido che sono sostanzialmente identiche. Daniele è sotto choc, urla e piange.

"Non è in grado di sostenere un colloquio, figurarsi se può essere preso a verbale", confida un investigatore. L’indagine penale è inevitabile, ma lui il suo processo se lo è già fatto. "E Gabriella - racconta in lacrime un amico di famiglia - lo sa e per questo non lo lascia mai solo. E’ lei che prova a dargli forza, che gli fa sentire il suo amore".

E’ una disgrazia che ha travolto un’intera comunità la morte di Giorgia. In procura di sabato ci sono solo gli impiegati del turno: i giornali aperti sulle cronache locali e gli occhi lucidi. Il sostituto procuratore ha lo sguardo stanco di chi ha lavorato fino a tardi: "C’è poco da dire, cerchiamo solo di fare bene il nostro lavoro senza aggiungere altre sofferenze a questa famiglia".