Balneari, canoni concessori "Gli aumenti sono ingiusti"

Operatori sul piede di guerra e contestano l’impennata del 25,15% delle spese "Le imprese dovevano essere coinvolti. La linea di questo Governo non è chiara"

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Nella calza della Befana carbone amaro per i balneari, che con il nuovo anno si sono trovati un aumento dei canoni delle concessioni demaniali marittime del 25,15% per il 2023. "Un aumento dalla sera alla mattina" critica l’associazione di categoria Sib Confcommercio Pisa. A comunicare la nuova variazione calcolata in base a indici Istat è stato il ministero delle Infrastrutture con una circolare mandata il 30 dicembre. La misura minima del canone sarà di 3.77,50 euro. "L’anno scorso era aumentata dell’8% circa, quest’anno del 25% - commenta Fabrizio Fontani Sib Confcommercio Pisa – fate voi la media. L’aumento è ingiusto perché squilibrato, uguale per tutti e non proporzionale. Non siamo contrari a priori all’aumento dei canoni – chiarisce però Fontani –, ma era opportuno discuterne coinvolgendo tutti e ampliando il discorso ad una serie di punti, in primis la questione aperta delle concessioni che naviga ancora nell’incertezza. Non ci sono idee per un reale supporto alle imprese, nessun aiuto economico o agevolazioni per assunzioni. La linea del governo non è chiara. Serve una politica di lungo termine con un confronto programmatico. Dal nulla, invece, si riversa un aumento che colpirà anche l’imposta regionale". In Toscana è pari al 25% del canone demaniale.

"Sono nozioni di base del commercio – dice Fontani - nell’incertezza nessuno investe. Quale è l’imprenditore che li fa se non ha idea di quanto durerà la sua azienda. Ci aspettavamo ben altro e non un aumento del canone. Da qui al 2024 ci sono ben due stagioni, così ne risente in negativo tutto l’indotto, chi fa manutenzione, lettini, impianti elettrici e altro. Per la nuova stagione speriamo in un’apertura del governo e ad un confronto su tutta la materia". La preoccupazione dei balneari del litorale pisano è trasversale "dal 2007 ad oggi – denuncia Alessandro Cordoni, presidente Confesercenti Litorale – l’unica cosa che sono riusciti a fare, chiunque ci abbia governato, è stata questa. Un aumento del condono demaniale che delude le aspettative".

Anche per Cordoni, la cifra non è il punto della questione: "La cosa che dà fastidio non è quanto dovremo pagare in più, del quale non abbiamo niente da obiettare, ma è che in 15 anni nessun governo sia riuscito a mettere in piedi una riforma seria". Il tempo stringe sul rinnovo delle concessioni: "Il grosso problema del nostro litorale – conclude Cordoni – è quello di chi ha progetti pronti a partire per lavori di rinnovo dei locali, ma anche investimenti per le riconversioni e l’uso di fonti rinnovabili e si trova fermo in attesa. Perché nel momento in cui gli imprenditori chiedono i contributi gli viene chiesto di avere un contatto di locazione di almeno di 5 anni, nel nostro caso con la concessioni che scadono a fine 2023 non hai diritto a prendere questi contributi. Mi sembra di vedere che qualcuno inizi a tirare indietro la mano rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale, spero che non sia così".

Enrico Mattia Del Punta