REDAZIONE PISA

"Bagno Gorgona", l’inossidabile: la sua forza è nella storia

La prima struttura di Marina, scelta ancor oggi da generazioni di pisani, ha superato la guerra, le intemperie, gli incendi. E ora il Covid.

E’ il primo stabilimento balneare di Marina, forte di una storia gloriosa e di una clientela che – quest’estate più che mai – si conosce da generazioni. Il bagno Gorgona è il simbolo di resilienza. Identico e inossidabile, oltre le mareggiate, gli incendi, gli anni che passano e oggi anche oltre il Covid. "I clienti che frequentano il nostro bagno da più tempo? Credo la famiglia Del Papa, qui da 63 anni circa. Ma in tanti superano il mezzo secolo – dice Stefano Sbrana – e paradossalmente, in questa stagione di distanziamento sociale con gli ombrelloni a tre metri di distanza l’uno dall’altro, si sentono coccolati ancora di più. Sono felici di essere ancora una volta qui e lo dimostrano". Il Gorgona è un’istituzione, marinesi doc ma anche intellettuali e nomi illustri del litorale (e non solo) sono tutti passati di lì. Nato nel dopoguerra sulle rovine dell’Istituto di Cure Marine, l’Ospizio Marino dell’Ospedale di Pisa, demolito dai tedeschi nell’ultima fase della guerra, ha avuto come ‘padre’ un calcesano, Adolfo, detto Pipi. Come ricorda Fabiano Corsini, che riprenderà la storia del Gorgona nella seconda edizione del fortunato libro "Arselle", protagonisti dell’avventura furono, con lui, "il nipote Vittorio Sbrana, uomo di cinema, tecnico multicompetente degli stabilimenti cinematografici di Tirrenia, prestato alle attività balneari per la crisi della produzione del cinema e il dottor Mazzola, segretario generale dell’Ospedale", ovvero colui che consentì alla famiglia di fare dei piccoli impianti, i servizi igienici, le prima cabine, la doccia, i ricoveri per gli ombrelloni".

Nessun altro Bagno in zona aveva la sabbia sulla terrazza, nelle vasche che Vittorio, giovanissimo, aveva visto a Livorno, ai bagni Pancaldi, e che credeva di avere imparato a fare spiando le costruzioni che si facevano in cantiere, duecento metri più in là" racconta ancora Fabiano Corsini. La terrazza, appunto, ma anche il campo da tennis poi trasformato in calcetto. "Non abbiamo potuto organizzare alcun evento quest’estate, ma carte e calcetto ci sono e riescono comunque a divertire i nostri clienti" conferma Stefano Sbrana. A spendere la sua energia e tanto entusiasmo nello stabilimento c’è ancora Elena Mariotti, che negli anni (Adolfo era lo zio di suo marito) ha ricevuto il timone del bagno condiviso poi con la figlia Patrizia e il genero Stefano. Una famiglia, un’insegna che sa ancora raccontare moltissimo di Marina, del passato come del futuro. A sorvegliare la spiaggia ci sono i bagnini Luca Biagini e Diego Sannino, nella ‘squadra’ da 56 stagioni. Tra gli ombrelloni – tra cui quest’estate mancano del tutto i clienti giornalieri – famiglie che amano (davvero) il mare del nostro litorale.

Francesca Bianchi