"Bacio tra ragazzi, cacciati dalla spiaggia"

Il racconto dei giovani, un lucchese e un pratese: "E’ stato umiliante, ci hanno mandati via perché gay"

"Cacciati dal bagno perché “un conto è fare tardi, un conto è fare certe cose davanti ai bambini“. Ci stavamo baciando". L’episodio, che ha visto coinvolti due ragazzi gay, un pratese e l’altro di Lucca, è avvenuto lo scorso 24 luglio in uno stabilimento balneare a Tirrenia. Il tweet di denuncia dei giovani, che negli ultimi giorni sta facendo il giro del web, ha colpito la sensibilità di molti. Numerosi i messaggi di vicinanza e solidarietà rivolti alla coppia - anche da parte di chi ha vissuto esperienze analoghe su altri litorali -. Tanti anche i commenti arrecanti offese allo stabilimento interessato. A raccontare la propria versione dei fatti è il giovane pratese (per motivi di privacy abbiamo accolto la sua richiesta di anonimato). "Avevamo deciso di recarci al mare. La domenica si sa è difficile trovare un ombrellone libero. Nel primo pomeriggio abbiamo fatto un giro di chiamate finché abbiamo trovato un posto libero a Tirrenia". "Durante la giornata, molto afosa, siamo stati prevalentemente in acqua. All’imbrunire, siamo rimasti in spiaggia a goderci il tramonto proprio come altri clienti, stesi sugli asciugamani da mare sulla sabbia, dato che un addetto stava chiudendo gli ombrelloni. Vedendo che anche altre persone si stavano attardando, e inconsapevoli dell’orario di chiusura dell’arenile, siamo rimasti. Ad un certo punto si è avvicinato l’addetto che ci ha chiesto di lasciare la spiaggia perché avevamo sforato l’orario di chiusura e ha aggiunto che “avremmo potuto continuare a fare certe cose nella spiaggia libera per tutta la notte“".

"Ci stavamo solamente baciando ed eravamo abbracciati", spiega il ragazzo. Così si è insinuato il dubbio nei due giovani che la motivazione fosse un’altra. "Un commento che non ci è andato giù. Così abbiamo chiesto spiegazioni, dato che anche altre persone - i più vicini a noi erano dei ragazzi di almeno 16 anni - continuavano a stare sulla spiaggia indisturbati. A quella domanda l’addetto ha risposto che gli altri erano clienti abitudinari".

I due ragazzi hanno raccolto le proprie cose e si sono avviati verso l’uscita. "Salite le scalette dello stabilimento, la moglie del titolare del Bagno - una donna anziana - ci ha detto ‘un conto è fare tardi, un altro conto è fare certe cose davanti ai bambini’. Dopo questa cosa noi abbiamo chiesto spiegazioni, ma lei ha girato i tacchi e se ne è andata, arretrando in cucina per poi sparire". Secondo il pratese "in spiaggia eravamo in pochi e non c’erano bambini". E aggiunge: "È stato umiliante e quello dei bambini ci è sembrato un pretesto per allontanarci dal Bagno. Fa rabbrividire leggere che tante altre coppie hanno vissuto la nostra stessa esperienza in diversi stabilimenti italiani".

Ilaria Vallerini