MARIO FERRARI
Cronaca

Aumenta la ricchezza. I pisani spendono di più. Balzo in avanti dei redditi

E’ quanto emerge dai dati della Camera di commercio Toscana Nord Ovest. Pieragnoli: "Ma l’inflazione continua a essere un freno e condiziona gli acquisti".

Cresce la ricchezza ma anche i consumi della provincia di Pisa. Un bilancio in chiaroscuro emerge dai dati della Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, che stimano positivamente la ricchezza prodotta nel 2024 a Pisa, prevista in crescita del +0,5%, ma segnalano anche un incremento dei redditi disponibili per le famiglie (+3,7%) e un aumento della spesa per i consumi, al +7,3%. Numeri che inducono il direttore generale di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli a "un cauto ottimismo". La ricchezza prodotta dal sistema economico della provincia di Pisa, espressa in termini di valore aggiunto a prezzi correnti, nel 2023 è stimata a 14.357 milioni di euro, il 46% del totale prodotto in Toscana Nord-Ovest e l’11,7% del totale regionale, rendendo Pisa la seconda provincia in Toscana dopo Firenze.

"Le stime di crescita dell’economia pisana - commenta Pieragnoli - si confermano in linea con l’andamento regionale (+0,6%) e nazionale (+0,8%). Siamo in una fase di transizione tra il recupero post-pandemico e un futuro incerto in cui la crescita economica è tutta da costruire, condizionata dalle tensioni internazionali alimentate dai confilitti in Medio Oriente e Ucraina, dall’inflazione e dall’aumento di costi energetici". Nello specifico, a livello settoriale, sono i servizi a generare il maggior contributo al valore aggiunto provinciale con 10.193 milioni di euro nel 2023, il 71% del totale provinciale. Il comparto industriale si conferma al secondo posto con complessivi 3.986 milioni (27,8%): al suo interno si distinguono l’industria in senso stretto (estrattivo, manifatturiero e utilities) con 3.275 milioni (22,8%) e le costruzioni con 711 milioni di euro per il 5% del totale provinciale. L’agricoltura nel 2023 è stimata invece aver contribuito per 178 milioni di euro, l’1,2% del totale.

"I dati confermano la capacità di tenuta e resilienza del tessuto economico del territorio - continua Pieragnoli -, anche se l’inflazione continua purtroppo a rappresentare un freno e condiziona le decisioni di acquisto. Non siamo ai livelli record del 2022, ma l’andamento non ci fa dormire sonni tranquilli". Le misure risolutive, per il direttore di Confcommercio, sono il "rafforzamento dei sostegni destinati a famiglie e imprese, oltre a una revisione della spesa pubblica che consenta di alleggerire il peso fiscale". A livello nazionale, Pieragnoli elogia la Manovra del 2025 del Governo poiché gli "interventi per il taglio al cuneo fiscale e gli incentivi per le imprese inserite nella Manovra vanno nella giusta direzione".