REDAZIONE PISA

"Augurariamoci Buon Natale per amore, non per rito"

Il messaggio ai lettori dell’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto: "C’è bisogno di significato in una cultura che spesso è solo apparenza"

Monsignor

Giovanni Paolo Benotto*

PISA

Lo scambio degli auguri di Natale, come succede per tutto, anche per le cose più importanti, rischia di diventare una banalità, se ne trascuriamo il senso e il significato. E di senso e di significato, mi pare che ce ne sia sempre più bisogno, in una cultura che spesso è solo apparenza, come una confezione regalo, colorata, infiocchettata e resa appetibile, ma che al suo interno non contiene più niente. Che cosa vuol dire, dunque, per noi, oggi, augurarci un buon Natale? Quale significato può avere lo scambio degli auguri che rischia di farci diventare trottole che si spostano da una parte all’altra, cercando di non dimenticare nessuno e che poi si ritroveranno, se va bene, fra un anno a ripetere lo stesso "rito" diventato sempre più insignificante? Non è ovvio e non è più scontato che il contenuto del Natale è Gesù, il Cristo, il figlio di Maria di Nazareth, affidato alla custodia premurosa e paterna di Giuseppe, l’artigiano sposo di Maria. Non si tratta di una figura che appartiene solo ad un avvenimento lontano nel tempo, che a volte si pensa addirittura non essere realmente storica; bensì di un riferimento necessario per tutti, con il quale, prima o poi, ciascuno dovrà confrontarsi, se non quaggiù su questa terra, sicuramente poi nella vita futura che verrà. Cristiani o non cristiani, credenti in Dio o agnostici, se vogliamo essere persone mature e vere, non possiamo fare a meno di confrontarci con Gesù e con il suo Vangelo, messaggio universale di fraternità e di pace. Le vicende di violenza, di sopraffazione che stanno insanguinando nazioni e popoli, ma anche le realtà più vicine a noi stessi, città e famiglie, ci dicono che non si è cristiani solo perché ne abbiamo l’etichetta e nemmeno che si è credenti in Dio Creatore e Signore dell’universo se poi si calpesta la fraternità vera, l’accoglienza amorevole verso ogni essere umano, il rispetto per il creato e per ogni creatura: è su questo rispetto che si gioca la credibilità delle dichiarazioni di principio e in particolare l’efficacia della testimonianza di fede. La celebrazione della nascita a Betlemme del Figlio di Dio fattosi uomo, è per tutti un richiamo all’essenzialità del nostro stile di vita; è un appello a considerare come in ogni essere umano, anche nel più degradato, c’è sempre la presenza di Dio Creatore; come nel volto di ognuno è possibile riconoscere il volto stesso di Cristo che ci ripete: ogni volta che avrete offerto un gesto di amore a qualcuno che si trova nel bisogno, l’avrete offerto a me; ma che ci ammonisce pure che ogni volta che avremo rifiutato quel gesto d’amore a qualcuno l’avremo rifiutato a Lui.

Auguro a tutti di non aver paura di aprire il cuore e la vita per accogliere Gesù: solo Lui, ci dona quella pace che il mondo non sa dare perché non la possiede e che solo Lui garantisce quella fraternità di cui tutti abbiamo bisogno e che potremo ricevere, se già da oggi la offriamo a tutti, senza escludere nessuno. Buon Santo Natale alle Autorità che hanno la responsabilità del bene comune nella nostra città; a chi è in servizio ogni giorno, anche per Natale, per assicurare una vita serena ai cittadini; a chi aspetta un gesto gratuito di condivisione e di tenerezza e a chi è pronto a offrirlo. Buon Natale anche a chi non sa più chi sia Gesù Cristo: Egli è venuto per tutti, quindi anche per loro. Da parte mia, insieme all’augurio, assicuro tutti della mia preghiera: nessuno di voi mancherà all’appello durante la celebrazione dell’Eucaristia in Cattedrale, perché, come hanno detto gli Angeli ai pastori di Betlemme: "Oggi è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore". Per voi e anche per me!

*Arcivescovo di Pisa