
Alieni vegetali 68 specie invasive hanno messo radici nell’area pisana
Crescono in mezzo a noi, sono invasive e vengono da altre terre. Sono le piante "aliene" che si trovano a Pisa città, lungo l’argine dell’Arno, nei corsi d’acqua di Vecchiano, Calcinaia, Cascina, il lago di Massaciuccoli e persino nel Parco di San Rossore. E’ uno dei risultati della ricerca condotta da Lorenzo Peruzzi, professore del dipartimento di Biologia di Unipi e direttore dell’Orto e museo botanico dell’Ateneo. "Delle 657 specie esotiche che siano poi casuali, naturalizzate, invasive presenti in Toscana, 68 sono invasive. Molte di queste sono presenti anche in provincia di Pisa": spiega il professore.
Ecco alcune delle piante che sono sia aliene che invasive: Ailanthus altissima, albero esotico originario dell’Asia orientale, molto diffuso soprattutto in prossimità dei centri urbani come quello pisano, l’Alternanthera philoxeroides, pianta acquatica proveniente dall’America meridionale, presente in alcuni corsi d’acqua tra Pisa e Vecchiano, la Ludwigia peploides subsp. montevidensis, pianta acquatica proveniente dall’America meridionale, già dal 2016 massicciamente presente lungo il fiume Arno sino all’empolese, è comparsa di recente anche in provincia tra Calcinaia e a Pisa. Tra tutti questi alieni invasivi tre sono le più pericolose dal punto di vista botanico e sono la Ailanthus altissima, Alternanthera philoxeroides, Myriophyllum aquaticum a Ludwigia peploides subsp. Montevidensis. "Queste sono particolarmente problematiche a livello europeo ed elencate nel Regolamento UE n. 1143/2014, come specie per le quali è vietato il commercio e la diffusione ed è necessario attuare monitoraggio, contenimento e, in tutti i casi in cui sia possibile, la eradicazione".
Sempre all’interno di quel regolamento europeo di pericolosità, c’è un’altra specie ed è la Baccharis halimifolia, arbusto originario del Nord America. "Quest’ultima specie, per quanto al momento considerata in toscana soltanto come naturalizzata e non ancora invasiva, è attualmente presente, purtroppo, proprio in alcune aree della porzione più meridionale del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, in prossimità del confine con la provincia di Livorno. Allargando l’orizzonte alla Toscana Peruzzi dice: "La Toscana, assieme a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna mostra problemi di conservazione potenzialmente gravi a causa alle invasioni biologiche. In particolare, la Toscana mostra livelli di ricchezza floristica solo lievemente inferiore all’atteso. Ciò significa, semplificando, che in questa regione vi sono più o meno tante specie native quante era lecito attendersi sulla base dell’ampiezza del suo territorio, ma anche purtroppo molte più aliene dell’atteso". Oltre a Peruzzi e Marco D’Antraccoli (Orto botanico Pisa), hanno collaborato alla ricerca Francesco Roma-Marzio, curatore dell’Erbario del Museo Botanico di Unipi, Fabrizio Bartolucci e Fabio Conti dell’Università di Camerino, e Gabriele Galasso del Museo civico di storia naturale di Milano. Carlo Venturini