"Chiediamo una riunione operativa e della massima urgenza ai vertici della Asl Nord-Ovest e della Aoup". È il sindacato dei medici Anaao ad esprimersi così. "È una notizia che non avremmo mai voluto leggere – dice Mauro Ferrari della Anaao - quella dell’ennesima aggressione subita da una collega psichiatra durante il turno di lavoro nella struttura già teatro della tragedia di un anno fa. Come recentemente pubblicato da un sondaggio promosso dalla nostra associazione, i reparti di Psichiatria ed i Pronto soccorso sono i luoghi più pericolosi e le colleghe sono quelle maggiormente a rischio. Sono eventi prevedibili e come tali vanno prevenuti. Le leggi ci sono e vanno semplicemente applicate: a livello aziendale devono essere individuati i reparti più a rischio, i cittadini devono essere sensibilizzati sulla problematica per far loro capire che aggredire chi si prodiga per la loro salute è un danno non solo a quella persona ma alla collettività". Qualcosa però è stato fatto. "I recenti provvedimenti – riprendono dal sindacato - che prevedono la procedibilità d’ufficio, i protocolli di intesa tra Prefettura ed aziende sanitarie e la presenza di un posto fisso di polizia nelle strutture sanitarie possono rappresentare un deterrente, ma non bastano: c’è bisogno di diffondere la cultura del rispetto in tutte le sedi a partire dai banchi di scuola. Anaao a brevissimo si farà promotrice di una riunione operativa con i vertici dell’Asl Nord-Ovest per predisporre soluzioni pratiche immediate a partire dalla struttura che è stata ancora teatro di questa assurda aggressione: lo dobbiamo alla nostra collega Barbara Capovani ed alla sua memoria".
Tornando alle aggressioni il sondaggio dell’Anaao sottolineava che "Quasi tutte le aggressioni denunciate, hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, che sono state attivate nel 26% dei casi. Quindi, solo nei casi più gravi, che poi evolvono in un esposto all’autorità giudiziaria. Il 73% dei sanitari, gestisce da solo o con l’aiuto di colleghi, le violenze verbali o fisiche. Solo il 10% ha risposto alla domanda in cui si chiedeva di precisare i giorni di prognosi o ne ha riportato un numero. Di questo 10%, un terzo ha riportato 10 giorni di prognosi". "Siamo ormai in un vero e proprio stato di emergenza e l’escalation non sembra fermarsi" dice Ferrari. Dunque cosa si può fare? "È inutile trovare scuse: bisogna finanziare il Ssn. I tre miliardi in più sul Fsn dell’ultima legge di bilancio non bastano assolutamente. Non bastano, per esempio, a potenziare i servizi di psichiatria, ad aumentare i posti letto per acuti e cronici, a riorganizzare il territorio, ad assumere", ha commentato il segretario nazionale Anaao, Pierino Di Silverio.
Carlo Venturini