M5S e Rifondazione: "Armi per l'Ucraina dall'aeroporto di Pisa? La Regione spieghi"

Il caso sollevato in consiglio. Le parole di Irene Galletti e Silvia Noferi

L'aeroporto Galilei di Pisa

L'aeroporto Galilei di Pisa

Pisa, 15 marzo 2022 - Armi in partenza dal Galilei di Pisa? A lanciare l’accusa è il M5S. Tra gli aiuti umanitari destinati all'Ucraina, in partenza dal cargo village dell'aeroporto di Pisa, ci sarebbero anche carichi di armi. A sostenerlo, in una nota, sono le consigliere regionali pentastellate, Irene Galletti e Silvia Noferi, che annunciano un'interrogazione alla giunta per ottenere una parola di chiarezza: "Apprendiamo da fonti sindacali vicine ai lavoratori dello scalo aeroportuale civile di Pisa la notizia relativa ad aiuti umanitari in transito presso il cargo village, e destinati all'Ucraina, contenenti, invece che vettovaglie, medicine ed altri generi di conforto, armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi", dichiarano le due esponenti del Movimento.

"Un carico - aggiungono - che i lavoratori non si aspettavano di dover maneggiare e che ha spinto alcuni di loro a rifiutarsi di imbarcare i velivoli in partenza per le basi Nato in Polonia". Galletti e Noferi parlano di "terremoto politico" qualora la notizia dovesse essere confermata, anche in ragione della manifestazione di sabato scorso a Firenze con la quale le istituzioni si sono mobilitate per chiedere la pace.

Le due consigliere chiedono dunque conto della questione al sindaco di Firenze, Dario Nardella, in quanto promotore della manifestazione di sabato scorso, ma in particolare alla Regione per conoscere quale "giudizio esprime al riguardo". D'altronde, accusano Galletti e Noferi, "non si può essere pacifisti a corrente alternata e nemmeno fingere che i 30 milioni impegnati nella scorsa legislatura per migliorare i collegamenti ferroviari con la base militare di Camp Darby, dove sono stanziate e operano truppe statunitensi, non servano anche ad operazioni simili. Opera che tra l'altro è costata l'abbattimento di migliaia di alberi in un'area di parco, poi costretta anche a modifiche paesaggistiche di rilievo". 

Anche Rifondazione Comunista va all’attacco. «Dall'inizio di marzo sono moltissimi gli aerei militari partiti da Pisa con destinazione l'aeroporto militare di Rzeszow/Jasionka, in Polonia. Ma non solo, da Pisa partono aerei militari che arrivano in Romania e in Tunisia, o che fanno esercitazioni sopra la nostra città. Aerei come i Boing KC767A o C-130J Hercules. Cosa trasportano? Non ci è dato sapere. Questi aerei possono trasportare sia truppe che pallet standard Nato, ma il loro contenuto è stato secretato e nemmeno un parlamentare in carica può accedere a questa informazione».

La denuncia arriva da Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista, Ciccio Auletta, consigliere 'Diritti in Comune’ e Giovanni Bruno della federazione di Pisa. «Vogliamo risposte e chiarimenti - dicono gli esponenti di Rifondazione -: la cittadinanza ha il diritto di sapere che tipo di operazioni militari sta conducendo il proprio Paese; poi, quando una città presta i propri aeroporti diventa da una parte protagonista diretto del conflitto, dall'altra potenziale bersaglio».

«Secondo quanto denunciato dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, quello in corso sembra configurarsi come un vero e proprio 'ponte aereo’ militare internazionale verso la base di Rzeszow, nella Polonia orientale, dove già dai primi di febbraio opera un comando logistico Usa», prosegue Rifondazione, riferendo che in Italia alcuni dei protagonisti di questo quadro sono l'aeroporto militare di Pisa e l'aeroporto «Mario de Bernardi» di Pomezia. C'è inoltre la denuncia del sindacato Usb di Pisa che rivela come i lavoratori addetti al carico nel Cargo Village dell'aeroporto «si sono trovati davanti ad armi e munizioni, invece che 'aiuti umanitari’.

Un episodio gravissimo che conferma amaramente le nostre preoccupazioni». «Per questo, insieme alle deputate del gruppo ManifestA abbiamo già chiesto al Ministro della Difesa di riferire in aula e preparato una interrogazione parlamentare. Interrogheremo anche il sindaco Conti perché non è ammissibile che chi governa la città non sappia, non dica o non s'interessi di ciò che sta accadendo e che riguarda tutti noi», conclude la nota.