REDAZIONE PISA

#ioleggopisano: la poesia secondo Nadia Chiaverini

Nuovo appuntamento per la rubrica con gli scrittori "di casa nostra"

Nadia Chiaverini

Pisa, 29 aprile 2020 - Torna #ioleggopisano, oggi con la poetessa Nadia Chiaverini.

Chi è - Nadia Chiaverini, laureata in giurisprudenza, lavora come direttore amministrativo presso il Tribunale di Pisa . Come operatrice culturale promuove incontri e partecipa a convegni letterari su tematiche di attualità e sulla questione femminile. Ha pubblicato vari libri di poesia: L’età di mezzo” - 2004 ;”Dai profumo al fiore”- 2005 ; “L’altra metà del cielo”, 2008-;“Smarrimenti” 2011;” I segreti dell’Universo “– 2014; “Poesia stregatta e altre visioni” 2015, “Notturni e ombre” 2018, gli ultimi due editi da Carmignani editrice. Suoi versi con interventi critici sono pubblicati in blog letterari e in numerose antologie, su tematiche sociali quali il lavoro, la pace, la legalità, la violenza sulle donne.

La parola che cura

Da sempre amante della lettura, vent’anni fa ha incontrato la poesia, o meglio , la poesia mi è venuta incontro , e io l’ho riconosciuta, e coltivata con passione ed impegno: la parola poetica si differenzia dal linguaggio comune perché nasce da un’emozione, un moto dell’animo, e va al di là della ragione, della coscienza o della mera erudizione . Con la poesia si dà un peso diverso alle parole, e ciò è tanto più importante nella società contemporanea, dove le parole, anche dai mass media, vengono spesso urlate, abusate, usate in modo improprio e superficiale.

La poesia onesta è “quello che resta da fare ai poeti”, ha scritto Umberto Saba, ed io condivido nella poesia la ricerca di chiarezza interiore, di autenticità. Il poeta spesso si stupisce delle sue parole, perché non sa a priori quello che scriverà; non deve scrivere quello che pensa la sua coscienza, tantomeno fingere passioni o usare belle frasi solo per apparire o dimostrare qualcosa. «La poesia è qualcosa, o qualcuno, che dentro di noi vuole disperatamente essere» (Marina Cvetaeva)

La poesia possiede una duplice direzione : quella verticale, come scavo interiore , che comporta quindi anche un particolare rapporto con la psicologia , e con l’inconscio , e quella orizzontale , intesa come relazione con gli altri, condivisione .

Nell’attuale crisi economico-sociale derivante dall’ emergenza sanitaria anche la poesia può diventare un importante strumento di riflessione e di cura. Innanzitutto perché necessita di un tempo lento, che è quello che tutti noi stiamo sperimentando nelle solitudini delle nostre stanze, con contatti nulli o limitati; e penso agli anziani, ancora più soli, ai giovani, che non possono andare a scuola, ai poveri, agli emarginati, a tutti coloro che soffrono situazioni di disagio personale e sociale. Pertanto oggi l’impegno di solidarietà e di accoglienza si fa sempre più impellente. Possiamo però cercare di trasformare le limitazioni che stiamo vivendo in nuove opportunità, attraverso la consapevolezza ed il confronto.

Questo tempo “ virale” inevitabilmente ci conduce al pensiero della morte, mai sentita così vicina e prorompente, anche se proprio nelle mie “poesie da un interno “ scopro parole diverse, necessarie, un’esigenza di luce. La percezione, o quantomeno la speranza, di vivere un periodo di transizione , di “passaggio”, verso una rinascita, una trasformazione . E forse proprio in questi giorni lenti, e silenziosi, non sarà vano soffermarsi su un verso, una parola, e assaporare le inesauribili sfumature della nostra lingua, una ricchezza che allarga il respiro. Ed in un tempo come questo , quale cura migliore ?

poesie da un interno

Accettare il tempo

delle domande senza risposte

mentre si stempera e dilava

la collera che più non m’appartiene .

Abitare le parole come una casa

adattarle al corpo come un abito da sera

nuova dimora il tempo che consola

finchè il silenzio eterno comincerà a parlare

come una madre che non si dà pace.

Perché ormai il tempo è scaduto

come un piccione finito sul selciato

 

abituarsi ai silenzi

trascinare i passi tra le mura della casa

riappropriarsi degli spazi consueti

e dimenticati / sfogliare i libri ingialliti

si rinnovano le abitudini con sguardo amoroso

il consueto tutto acquista un significato

nuovo compagno di un viaggio interiore

che resiste al tempo e allo sfaldarsi delle cose.

 

Domenica . Una strana luce nuova

attraversa la stanza

inonda la casa, ringrazia.

Tutto è calma, in ascesa.

Ora, più niente qui mi strazia .