Ponte Buggianese (Pistoia), 26 giugno 2023 – Massimiliano Massimi, è presidente della Massimo Massimi onlus, nata in nome di suo figlio, vittima della strada a 17 anni, il 23 ottobre 2014. Lo abbiamo sentito alla luce delle recenti tragedie che hanno colpito il nostro territorio strappando giovani vite al loro futuro, su quanto fatto e su ciò che ancora resta da fare.
Presidente Massimi, tante tragiche notizie di vite spezzate in incidenti stradali. Una situazione drammatica. Lei ha fatto dell’impegno civile per la sicurezza un impegno di vita, essendo vicino anche alle famiglie delle vittime. Quali sono i dati attuali?
"Purtroppo i dati Istat non ci sono di assoluto conforto. Nonostante ci sia stato un fermo obbligatorio del traffico stradale negli ultimi due anni e mezzo, dovuto alla pandemia, i morti e feriti hanno sempre avuto la stessa media: 3500 decessi all’anno e oltre 30mila feriti. Si pensi agli enormi numeri di decessi che abbiamo avuto solo in questo primo semestre che ancora deve terminare e, purtroppo, non credo che il 2023 avrà dati in diminuzione rispetto agli anni precedenti. E’ importante diffondere e radicare ovunque una vera presa di coscienza del problema. Certo mi corre l’obbligo, per amore della verità, di affermare che ci sono e ci sono stati dei personaggi politici che hanno preso e stanno prendendo coscienza di queste tragedie umane. Posso tranquillamente dire quanto ha fatto il Presidente Renzi per arginare questo fenomeno. Durante il suo governo il ddl 3169/2010 che giaceva in Parlamento è stato preso finalmente in mano e nel 2016 si è trasformato nella legge 41/2016 meglio conosciuta come legge sull’omicidio stradale e le lesioni stradali. Ora il Ministro Salvini, nuovo titolare del MIT, sta lavorando sulla riforma del codice della strada, che, ricordo a tutti, è un testo del 1992 seppure ha subito diverse modifiche nel corso di questi ultimi vent’anni, ma che deve mettere al centro della sua riforma l’essere umano e soprattutto la sicurezza stradale nella sua più amplia accezione".
Lei che cosa ne pensa?
"Da quello che ho letto ed ascoltato finora mi sembra che i prodromi per una vera reazione alla mattanza stradale il Ministro Salvini li abbia enunciati, vedremo cosa in concreto avverrà, ma sono molto fiducioso per un riscontro positivo alle mie aspettative. Conosco l’impegno che il ministro Salvini ha preso con le associazioni dei familiari delle vittime della strada ed anche io a nome della Massimo Massimi Onlus ho inviato le nostre proposte al MIT quando, nel febbraio scorso, ci ha chiesto di inoltrarle. Voglio pensare positivo e credere che presto avremo risposte concrete e tangibili alle nostre richieste da parte del ministro. Certamente la legge 41/2016 può e deve essere migliorata l’ho detto fin dai primi momenti dell’approvazione, l’ho continuato a dire in tutto questi anni e non ho alcuna difficoltà a ribadirlo ancora oggi. Un ottimo impianto che ha retto senza scossoni davanti ai numerosi ricorsi davanti alla suprema corte che, fin da subito, vari detrattori avanzarono. Come tutte le leggi è perfettibile, ma il problema maggiore è la sua applicazione".
Non era sufficiente il secondo comma dell’omicidio colposo che peraltro non è stato abrogato né modificato?
"No non era sufficiente perché le condanne comminate erano veramente minime. Ricordo che dicevo che una condanna per omicidio colposo a seguito di sinistro stradale aveva di fatto la stessa pena di un furto per destrezza, ossia per un classico borseggio o uno scippo. Non che ora le condanne comminate abbiano termini temporali più lunghi, nonostante la legge 41/2016 li preveda, ma il ricorso ai riti alternativi ossia il patteggiamento e il rito abbreviato, permettono di assistere a questa triste verità. Secondo me la legge potrebbe essere migliorata con la possibilità di diniego ai riti alternativi e che le pene comminate non siano scontate nei carceri ma in luoghi di cura e assistenza come reparti di traumatologia grave o oncologici a prestare la propria opera per vedere e comprendere il dolore. Non posso e non voglio dimenticare che la nostra costituzione prevede la rieducazione del reo".
C’è poi il tema della prevenzione.
"La prevenzione è uno dei quattro pilastri fondamentali che citavo quando ho iniziato a occuparmi per l’approvazione della legge 41/2016. In quegli anni ho sempre parlato di una rivoluzione culturale che avrebbe avuto come pietra d’angolo la legge sull’omicidio stradale ma necessitava dei sottonotati pilastri: prevenzione, informazione, formazione, certezza della pena. La famiglia, come la scuola sono fondamentali per preparare i giovani a diventare dei buoni cittadini. Certamente la previsione di far fare almeno due ore di educazione stradale a settimana è un’ottima proposta".
Valentina Spisa