
Tragedia tra le onde a Vecchiano Muore a 48 anni facendo il bagno Spunta l’ipotesi del malore fatale
Una doppia tragedia in mare nella prima domenica di luglio con vento e onde a Marina di Vecchiano, nel Pisano. Due comunità colpite per la morte di Michal Kowalczyk, polacco, 39 anni appena compiuti, con la sua famiglia in vacanza in Toscana (erano dai parenti a Lucca) e quella di Giorgio Mazzotti, 48 anni, originario di Firenze, ma al momento residente a Massa e Cozzile. Annegato il primo, morto probabilmente per un malore il secondo. Rianimati entrambi a lungo. "Ho espresso il mio cordoglio a nome mio personale e di tutta la comunità ai familiari presenti sul posto della tragedia, dove mi sono recato non appena appreso di questa tragedia", spiega il primo cittadino Angori.
"Il cittadino polacco era sul litorale insieme alla compagna e ai figli di 16 e 8 anni. Lui e i figli si sono tuffati vicino la foce dove vige il divieto di balneazione, segnalato in più lingue (oltre alla lingua italiana, anche in inglese e francese)", aggiunge il sindaco sui canali social. "In virtù del divieto di balneazione, qui non è attiva una postazione di salvataggio. Tuttavia il ragazzo di 16 anni è stato tratto in salvo, il bambino di 8 anni è riuscito a risalire la corrente da solo, ma purtroppo per l’uomo 39enne non c’è stato niente da fare ed è stato trasportato dalla corrente verso il laghetto, annegando". Anche il sindaco di San Giuliano, Sergio Di Maio, ha espresso tutto il suo dolore a chi era insieme al 48enne e alla sua famiglia. Anche in questo caso è intervenuta la polizia municipale del Comune termale con le guardie del Parco, visto che l’uomo è deceduto nelle acque davanti alla Penisola dei gabbiani, in zona Parco, appunto. La comitiva si è tuffata a Bocca di Serchio, ma poi la corrente ha trascinato tutti i componenti più a sud. Quattro le persone che erano con lui salvate. Molto colpiti e addolorati i bagnini volontari che ogni domenica d’estate garantiscono il servizio di salvataggio ma non in questa zona, lontana dalla loro competenza. "Abbiamo fatto il possibile". Gabriele Ruberti, uno dei titolari del Marco Polo Oasi zero (dove pochi giorni fa sono stati salvati marito e moglie), commenta: "I miei ragazzi sono corsi subito, con il pickup a portare il defibrillatore che abbiamo in stabilimento, ma non c’è stato nulla da fare".
Antonia Casini