Terme, pressing sulla Regione

Per un aumento di capitale di almeno 15 milioni che dovrebbe sottoscrivere l’ente, per evitare il fallimento

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Alcuni sostenitori del salvataggio pubblico auspicano in aumento di capitale, o, almeno di un intervento economico da parte dei soci che possa facilitare la concessione di un concordato ed evitare il fallimento per le Terme non si arrendono. La soluzione ideale, auspicata da molti, sarebbe un aumento di capitale di almeno 15 milioni. Questa iniezione di liquidità permetterebbe di tentare la riapertura di un dialogo con il pool di banche per arrivare a un accordo che porti al ritiro dell’istanza di fallimento. Concretizzare un’ipotesi del genere però è assai arduo. Se i due soci, Regione e Comune, dovessero intervenire in modo proporzionale alle quote di proprietà, Montecatini dovrebbe tirare fuori almeno 5 milioni, troppi per le casse dell’ente. L’amministrazione, al massimo, può arrivare a due, come ha ribadito il sindaco Luca Baroncini durante l’ultimo consiglio. La Regione, da parte sua, ha da poco confermato la non strategicità dell’azienda, un atto che preclude qualsiasi ipotesi di aumento di capitale. Del resto, anche se la giunta di Eugenio Giani avesse voluto farlo, avrebbe dovuto prima approvare insieme al Comune i bilanci 2020 e 2021 delle Terme, come prescritto dalla Corte dei Conti della Toscana. Un aumento di capitale, in ogni caso, dovrebbe essere accompagnato da progetti e interventi di rilancio per almeno i prossimi tre anni. L’udienza davanti al tribunale fallimentare di Pistoia è prevista l’11 ottobre, tali, ra tre settimane. La concessione del concordato in bianco e di un periodo di 60 giorni per fare un piano di salvataggio dell’azienda sarà sicuramente concesso. Il problema sarà la successiva valutazione del piano di concordato da parte del commissario incaricato. Il consiglio comunale ha da poco bocciato con i voti della maggioranza, Lega e Fratelli d’Italia, la mozione delle minoranze che chiedeva di interrompere le trattative in corso tra gli advisor privati e la società , di cui le opposizioni sottolineano la mancanza di autorizzazioni amministrative, e di trovare una soluzione con il pubblico. Il centrodestra, non contrario ad aiuti statali non vuole lasciare intentata nessuna possibilità.

Daniele Bernardini