Roberto Pinochi *
Cronaca

Le Terme hanno 250 anni: niente festeggiamenti e nemmeno celebrazioni, ma solo rievocazione

Due pomeriggi di chiacchierate e un convegno di rilevanza storica. Nel 1773 il Granduca Pietro Leopoldo fece nascere i Bagni di Montecatini

Le Terme di Montecatini compiono 250 anni
Le Terme di Montecatini compiono 250 anni

Montecatini Terme, 13 agosto 2023 – Un vecchio albero del parco termale, un leccio, o forse una quercia ha concluso serenamente la sua vita terrena. Serenamente, dico, perché stava lì tranquillo, appoggiato a un bastone, screpolato ma nonostante tutto dignitoso. Una squadra attrezzata lo ha aiutato nel trapasso con una pietosa eutanasia. Certo, l’età incombeva: aveva, dicono, due secoli e mezzo, sì avete capito bene, 250 anni; si era ritagliato quel bell’angolino vicino al viale, dove passava le sue sorridenti giornate circondato dalla soddisfazione degli ospiti e da cicaleggi di varia natura; e si ricordava (qualche fronda ancora cercava di stormire) di quando il Granduca arrivò lassù per assaggiare l’acqua del Tettuccio e decise che sì, proprio lì dovessero nascere gli stabilimenti della “sua” città termale. I Bagni di Montecatini sarebbero dunque diventati la sua Karlsbad. Duecentocinquanta anni fa… era il 1773! Un sacco di tempo, diranno i lettori più attenti… a cosa serve allora riandare a quel periodo remoto, se pure passabilmente illuminato, ora lo sfacelo impera e gli alberi muoiono. Non si vive di nostalgie e di vani arzigogoli, ribadiranno i paladini del qui e dell’adesso, l’erpice batte nei calcagni e i creditori bussano sempre più forte all’uscio delle Terme… e allora al diavolo il Granduca che pensava di aver messo su un’azienda per alleviare le afflizioni della gente, a chi sarebbe venuto in mente di farne strame? al diavolo i medici e gli architetti, le relazioni e i progetti, alle ortiche la storia e la cronaca, la realtà e la fantasia. Le Terme chiuderanno, si dice, omnia transit, allora al diavolo tutto e amen. Perché affannarsi a rivangare il passato, del quale dovremmo fare tesoro per non ripetere gli errori, o almeno per provare a sbagliare il meno possibile? Perché pensare a due e passa secoli fa, quando ora è venuto il tempo della resa dei conti e l’eredità del Granduca vacilla sotto le carte bollate e le istanze rapaci di paginate di creditori? Qualcuno davvero pensa che rievocare vecchi episodi, magari ricamarci sopra, metterli in scena, cercare di renderli attuali, serva a qualcosa e non sia tempo e voglia sprecati? Forse sì, ce ne rendiamo conto; ma ognuno è bene che si impegni in quello che più gli è congeniale anche se l’utilità (ma cosa è utile davvero, ora?) è tutta da dimostrare. A settembre cercheremo come meglio si potrà (il risultato ora non lo conosce nemmeno Domineddio) di rievocare i duecentocinquanta anni dalla fondazione delle Terme. Due pomeriggi di chiacchierate e un terzo per un convegno di più sostanziosa rilevanza storica, almeno così è nelle premesse. Cerchiamo di fare le cose per bene, e questo è il solo limite che ci siamo imposti. Tutto quello che “andrà in scena” sarà merito (poco) o colpa (tutta) nostra. Saranno, in ogni forma, delle rievocazioni; niente festeggiamenti né celebrazioni, ma solo la presentazione della obiettiva (per quanto possibile) memoria storica dell’evento fondamentale per Montecatini. Ma non vorremmo allo stesso tempo nemmeno commemorare un caro defunto, perché speriamo ancora che le cure servano e il malato, piano piano, migliori e poi finalmente guarisca.

* Storico e scrittore