
di Gabriele Galligani
Poco più di un mese per conoscere la sorte delle nostre Terme. A fine marzo infatti scadrà il bando per la vendita dei beni. Intanto il consigliere regionale e comunale della Lega Luciana Bartolini incalza la Regione. "Nell’attesa che alla scadenza di fine marzo del bando relativo alle Terme si capisca chi sia realmente interessato - afferma – è doveroso, a nostro avviso, richiamare la Regione ad essere maggiormente attenta e reattiva sulla tematica. A nostro avviso, pandemia a parte - prosegue - probabilmente non si è utilizzato al meglio il tempo a disposizione per affrontare con la giusta determinazione e capacità una problematica che, direttamente o indirettamente, investe un’intera città. Più passa il tempo - precisa l’esponente leghista - più le cose peggiorano e rischiano di diventare, quindi, irreversibili. Dobbiamo dare risposte certe - sottolinea la rappresentante della Lega - agli albergatori, ai commercianti ed a tutte quelle categorie che vivono di turismo legato al termalismo. Ben vengano, dunque - insiste Bartolini - le riunioni, ma, poi, cerchiamo che da esse escano fatti concreti e non solo buone intenzioni. Se muoiono le Terme - conclude il consigliere - muore Montecatini e questo non ce lo possiamo permettere. Penso che l’amministrazione comunale stia facendo del suo meglio, ci attendiamo, quindi, che pure la Regione, in primis il presidente Giani, capisca la gravità della situazione ed agisca di conseguenza con la dovuta rapidità".
A proposito di Regione, a Firenze si dà ormai per definitiva l’ufficializzazione di Stefano Ciuffo come nuovo assessore al termalismo. Il presidente Giani sembrerebbe intenzionato a cedere in maniera definitiva la delega di questo settore. Ciuoffo ha partecipato a una riunione che si è tenuta in videoconferenza per le terme di Chianciano. Marzo infatti sembra essere un mese importante se non decisivo, per le terme toscane di proprietà regionale, che oltre a Montecatini, sono Chianciano e Casciana. A Siena sono giorni "caldi" per la questione terme. A febbraio Massimo Caputi, presidente di Federterme e imprenditore che controlla anche Saturnia, ha acquisito per una cifra simbolica la quota che apparteneva al Monte dei Paschi, che con il 47% era l’azionista di maggioranza delle Terme di Chianciano. Secondo i piani Caputi avrebbe poi dato vita ad un aumento del capitale. Cosa che però si è complicata dopo il 1 gennaio. Da quella data infatti si possono sospendere per cinque anni soltanto le perdite del 2020 e non quelle del 2019. Quindi impossibile qualsiasi aumento di capitale. Anche a Chianciano il problema principale, prima del rilancio, è quello della pesante situazione debitoria. Si parla di nove milioni di euro. Il debito è principalmente con gli istituti di credito, circa 7 milioni. Poi ci sono 1 milione e 200 mila euro di fornitori; 750.000 di affitti non pagati alla società pubblica proprietaria e il resto è in capo al fisco e agli enti previdenziali. Si è pensato di far intervenire Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia, sfruttando le norme dei decreti di emergenza che prevedono l’intervento di aiuto a società che hanno strategie di rilancio. Ma a impedirlo c’è la norma che vieta l’aiuto a imprese con capitale pubblico. Si sta comunque anche vagliando l’ipotesi di una società veicolo per far entrare Invitalia. Nel frattempo la convocazione dell’assemblea delle Terme di Chianciano, che era in programma per il 24 febbraio è slittata al 15 marzo. Infine entro la fine di marzo a Casciana dovrebbe essere portato a compimento il processo di liquidazione.