GIOVANNA LA PORTA
Cronaca

Santa Maria in Selva in vendita. Ma al parroco resta la canonica: "Garantisco la mia presenza"

Don Bernardino rassicura tutti dopo l’appello lanciato dai fedeli: "Ringrazio la diocesi di Pescia". Il resto dell’edificio e il complesso sarà alienato. Nella struttura potrebbe sorgere un ristorante.

Don Bernardino rassicura tutti dopo l’appello lanciato dai fedeli: "Ringrazio la diocesi di Pescia". Il resto dell’edificio e il complesso sarà alienato. Nella struttura potrebbe sorgere un ristorante.

Don Bernardino rassicura tutti dopo l’appello lanciato dai fedeli: "Ringrazio la diocesi di Pescia". Il resto dell’edificio e il complesso sarà alienato. Nella struttura potrebbe sorgere un ristorante.

La diocesi di Pescia ha già fatto in modo di garantire la permanenza del parroco don Bernardino in un appartamento della canonica di Santa Maria in Selva. E’ lo stesso don Bernardino a informare i parrocchiani: "Abito qui all’interno della struttura e vorrei rassicurare tutti sulla mia presenza fissa. Ringrazio per questo la diocesi di Pescia. Purtroppo la dismissione di una gran parte dell’edificio è imminente in quanto è stato messo in vendita dalla direzione dei padri agostiniani di Firenze, proprietari dell’immobile". Con la vendita, si andrebbe a depauperare la potenzialità della chiesa come veicolo di socialità e inclusione.

L’appello a mantenere viva la parrocchia di Santa Maria in Selva era stato lanciato nei giorni scorsi da un buggianese doc, Gian Piero Cappellini, a nome della comunità. Dal febbraio del 2023, il convento di Santa Maria in Selva a Buggiano non ospita più i padri agostiniani, che lo fondarono addirittura nel 1272. Rimasti in due dopo la morte di padre Giuseppe, padre Vincenzo e padre Agostino erano stati trasferiti e avevano lasciato l’utilizzo della struttura e della chiesa alla diocesi di Pescia. In pratica, il timore era che nessun prete fosse poi lasciato nell’edificio e il parroco si dovesse spostare quotidianamente da Pescia. Fortunatamente, non è così. In poche parole circa un anno fa (forse qualche mese in più) l’ordine agostiniano, proprietario dell’intero complesso, ha messo in vendita una porzione di circa 2500 metri quadri, ossia quella più recente compreso l’esterno con giardino, orto e oliveto, l’ingresso dal cancello principale e il piazzale antistante la chiesa, mentre quest’ultima e la parte più antica sono state concesse in comodato d’uso gratuito alla diocesi pesciatina. Resteranno tali dopo la vendita della parte dell’immobile. La parte esterna, al momento, viene comunque concessa per cerimonie, ovviamente previa richiesta da autorizzare. A confermare l’intenzione di vendere l’immobile era stato padre Giuseppe Pagano, priore della basilica di Santo Spirito a Firenze. Nella struttura potrebbe sorgere un ristorante o un albergo. Gli spazi sono davvero estesi e consentirebbero di ricavare fino a 50-60 stanze. Al momento della dismissione della comunità agostiniana, a nulla erano valse neppure le sottoscrizioni dei tanti parrocchiani e residenti della zona che risulta strategica e ospita ogni anno importanti feste e rassegne, come quella di Santa Maria in Selva. Giovanna La Porta