"Ripresa penalizzata dall’impennata dei costi"

Federalberghi Apam plaude ai buoni risultati estivi e vede rosa per l’autunno. Ma le bollette da record ridimensionano l’ottimismo

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L’auspicata ripresa dopo i danni della pandemia, pare avviata: dopo un buon luglio e un altrettanto discreto agosto, sul fronte del turismo si prospetta un settembre quasi in linea con i numeri del 2019. Ma sul risultato economico di questo lavoro pesa in maniera sensibile il rincaro del prezzo dell’energia. Lo sostiene l’associazione degli albergatori Federalberghi Apam.

"Attraverso la piattaforma H-Benchmark, che per conto di Federalberghi analizza i dati quali-quantitativi storici e previsionali del lavoro di un campione di hotel – spiega il presidente Carlo Bartolini – possiamo riscontrare che a luglio-agosto (non ancora presi in esame dalle statistiche ufficiali) a Montecatini abbiamo perso il 10% di occupazione delle camere rispetto al 2019, ma a fronte di un incremento del prezzo medio del 38%, che ha prodotto maggiori ricavi del 25% dalla vendita di camere. Buoni anche i dati in prospettiva per il bimestre settembre-ottobre. A oggi l’occupazione alberghiera già venduta risulta superiore del 169% rispetto al 2021 e del 75% rispetto al 2019 con un prezzo medio di vendita della camera superiore del 29%".

"Ma in mezzo a queste buone notizie – aggiunge Bartolini – ci sono anche pericolose nubi che si addensano. L’incidenza della componente di energia elettrica rispetto ai ricavi di un albergo per i primi 7 mesi dell’anno in corso arriva a superare il 10%, con aumenti in bolletta di oltre il 300%.Il caro energia eroderà in maniera sensibile i risultati che stiamo ottenendo con pesanti ripercussioni anche sul lavoro futuro, dal momento che i contratti con i tour operator conclusi nei mesi scorsi non tenevano di conto di questa variabile impazzita. Hotel come il Plaza & Locanda Maggiore nel luglio del 2019 ha pagato, al netto dell’Iva, una bolletta dell’elettricità di circa 7800 euro, mentre ora si trova a pagarne 24.800".

"Si deve tenere ben di conto – conclude Bartolini – che i consumi energetici, nel caso degli alberghi non sono una diretta conseguenza della produzione come nel caso dell’industria o del settore manifatturiero. In una struttura alberghiera deve per esempio funzionare l’impianto di aria condizionata a prescindere dalla piena o dalla parziale occupazione. La domotica può aiutare a gestire le camere, ma gli spazi comuni non possono essere isolati o gestiti singolarmente. Inoltre non esistono differenze tra un 5 stelle e una stella: il costo per condizionare una camera è lo stesso anche se in presenza di un’offerta economica diversa. Il rischio è pertanto che non ci siano margini economici per sostenere l’aumento dei prezzi. Dopo 2 anni di Covid e la guerra in Ucraina, ora con il caro energia, se non interverrà un stop agli aumenti e un aiuto consistente da parte dello Stato, corriamo il rischio di perdere un buon numero di imprese".