Riflessioni di pace alla scuola "Donati"

Gesù, il bambino nato a Betlemme non elimina malvagi e prepotenti

Il precursore di Gesù, Giovanni il Battista, gridava nel deserto con voce tonante. Sentiva da profeta che presto sarebbe giunto il rovesciamento radicale di tutta la realtà. Si sarebbe finalmente dissolta la fitta nebbia che tutto confonde e mescola nella storia: il bene e il male, i giusti e gli empi, i colpevoli e gli innocenti, in una insopportabile ambiguità. Sarebbe giunto di lì a poco il Messia, e avrebbe superato ogni contraddizione con un giudizio rigoroso e indiscutibile, facendo un gran falò di ogni resistenza al Regno divino della giustizia e della pace e finalmente un nuovo cielo e una nuova terra. Per questo dopo che Il Nazareno aveva cominciato il suo ministero di predicatore e di taumaturgo si era chiesto se fosse proprio Lui il Messia e glielo aveva mandato a dire attraverso i suoi discepoli, mentre era in catene, nelle prigioni di Erode. “Sei Tu …o dobbiamo aspettare un altro?” Una questione drammatica, che torna continuamente anche dentro di noi. La risposta di Cristo sta nei segni che compie: ciechi a cui vengono aperti gli occhi, sordi che cominciano ad udire, muti a cui torna la favella, paralitici che riprendono a camminare e persino morti che tornano a vivere! Gesù ha gettato dei semi, ha iniziato una storia di salvezza che cresce in una terra dove è ancora presente la zizzania, ma che è stata fecondata dal suo amore e che darà alla fine il raccolto sperato. Gesù, il bambino nato a Betlemme che festeggiamo a Natale, non elimina con la sua potenza divina i malvagi e i prepotenti, nè ci fa buoni e miti con un colpo di bacchetta magica. Natale non è una magia! Dio entra nell’oscurità della nostra storia e offre a tutti la sua compagnia".

Monsignor Roberto Fillippini

Vescovo diocesi di Pescia