Lucca, 23 giugno 2016 - Stangata dei giudici del tribunale collegiale di Lucca nei confronti di un giovane estone accusato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Sette anni e sei mesi di reclusione più 7.500 euro di multa sono stati inflitti dai giudici Billet, Silvestri e Lottini per Stanislav Pokutinski, 34enne originario dell’Estonia e attivo negli anni scorsi tra Lucca, Montecatini e Viareggio. La vicenda risale all’operazione «Piper» iniziata nel settembre 2010 e conclusa nel novembre 2011dai carabinieri del reparto investigativo di Lucca. Avevano scoperto in Estonia la centrale delle giovani straniere dell’Est Europa destinate al mercato della prostituzione in Italia e in particolare tra Lucchesia e Valdinievole. Al vertice c’erano padre e figli Igor, Edgar e Stanislav Pokutinski, ritenuti i reclutatori delle giovani ragazze poi indotte a prostituirsi. Le varie posizioni sono state esaminate in più processi penali. Quello conclusosi martedì pomeriggio era stato rimandato indietro dalla Cassazione dopo una precedente condanna.
Le ragazze dell’Est erano state ingannate con la promessa di un lavoro nel mondo dello spettacolo non appena fossero arrivate in Italia. E invece si erano ritrovate tra il 2010 e il 2011 in tre night: il club «All In» di Altopascio, il «Crazy Horse» di Lunata e il «Moulin Rouge» di Viareggio. I tre locali vennero all’epoca sequestrati. «In Estonia avevo lavorato anche come poliziotta – ha raccontato una giovane russa, testimone chiave al processo – e avevo risposto ad un annuncio che prometteva ottimi guadagni in Italia in locali pubblici. Sembrava una cosa pulita, un lavoro da hostess. Invece qui a Lucca e in Versilia mi sono trovata in una condizione brutta. Ho scoperto che mi avevano imbrogliato. Dovevo fare quello che dicevano loro, assecondare i desideri dei clienti che pagavano. Poi mi sono ribellata...».
E’ stata lei a mettere la parola fine sulla vicenda processuale, confermando che il giovane Stanislav Pokutinski, in assenza del padre, si occupava di gestire le ragazze, che venivano tenute praticamente sotto controllo in appartamenti appositamente affittati a Montecatini e in Versilia. Per il lavoro nei club venivano pagate praticamente pochi spiccioli, nonostante la tariffa sessuale fosse di circa 250/300 euro a prestazione.