I profughi raccontano l’orrore della guerra: "Fino al 24 febbraio c’era una vita felice"

Il primo incontro di "Acqua in bocca" è stato dedicato al conflitto in Ucraina con testimonianze e la presenza di tutti i sindaci

La testimonianza dell’imprenditore Carlo Motroni (Foto Goiorani)

La testimonianza dell’imprenditore Carlo Motroni (Foto Goiorani)

Montecatini Terme, 22 marzo 2022 - Sono in fuga dalle bombe in questa primavera di guerra, i profughi ucraini che continuano ad arrivare anche in Valdinievole. La ferocia di un conflitto che non guarda in faccia a nessuno è stata raccontata dalle testimonianze presentate durante l’appuntamento speciale di "Acqua in bocca…ma non troppo", condotto dalle giornaliste Simona Peselli e Ilaria Bonuccelli. L’imprenditore montecatinese Carlo Motroni, da 12 anni residente a Kiev, è dovuto fuggire all’improvviso insieme alla moglie Nadia, ucraina, la sorella di lei e la nipotina.

"Abbiamo vissuto una vita felice fino al 24 febbraio – ha spiegato - L’area del Donbass dove avvengono scontri con i separatisti filo russi è lontana. Fino allo scoppio della guerra, l’economia ucraina stava addirittura conoscendo un periodo positivo e, insieme a mia moglie, ero riuscito ad acquistare un’abitazione in un bel quartiere residenziale. Fino a quel momento, i numerosi manager internazionali che conosco non mi avevano mai accennato una prospettiva del genere. Solo le ambasciate di Usa e Canada avevano avvertito quella italiana del rischio di un imminente conflitto r che sarebbe stato opportuno far rientrare i nostri connazionali. Il 24 febbraio, alle 5.30, siamo stati svegliati dal suono delle bombe e siano fuggiti portandoci dietro qualche abito alla bene meglio".

Il viaggio di Carlo e Nadua si è rivelato subito difficile e complesso: "Con altri parenti di mia moglie – prosegue Motroni – ci siamo ritrovati, in 15, in una casa a 200 chilometri da Kiev. Poi ci siamo spostati nella zona dei Transcarpazi e, nonostante la scarsità di carburante, siamo riusciti ad arrivare a Montecatini con mia cognata e sua figlia. La storia della Nato non regge: Vladimir Putin vuole tenere sotto la sua influenza l’Ucraina, sempre più protesa verso Occidente". Nadia ha mostrato una forte preoccupazione per la sua terra di origine: "Putin non vuole che l’Ucraina sia libera e democratica – ha detto – Pensare che le condizioni economiche del paese erano in netto miglioramento e le nostre speranze per il futuro stavano crescendo. Sembra un’assurdità, ma il 26 saremmo dovuti andare in vacanza a Dubai. I militari russi stanno bombardando i civili per aumentare il panico tra la gente. Gli ordigni vengono lanciati anche dalla Biellorussia. Serve un programma di difesa efficiente con strumenti all’avanguardia contro i bombardamenti".

Non tutti i russi sono favorevoli al conflitto scatenato da Putin, come ha testimoniato un uomo da tempo residente in Italia , prima a Montecatini e, poi, a Forte dei Marmi, che non ha esitato ad attaccare la sua madrepatria.

"Oggi la Russia – ha esordito – è come la Germania del 1939. Noi russi abbiamo il dovere di aiutare i nostri fratelli ucraini se ne abbiamo la possibilità. Serve una maggiore sinergia per coordinare il sostegno umanitario, informando in modo adeguato gli italiani su cosa possono fare. I mezzi di informazione sono nelle mani di Putin e, purtroppo, in questo modo sta manipolando molti russi. Purtroppo, in questo momento, non sembra che ci sia nessuno in grado di fermare Putin".

Padre Tulan, della parrocchia ortodossa di Montecatini, ha preso in modo forte le distanze dal leader della chiesa russa, di fatto al fianco del governo: "In questo momento – ha detto – rumeni, russi e ucraini pregano insieme nella nostra chiesa per la pace". Molto toccante è stata la testimonianza di una docente universitaria di economia aziendale ucraina, presidente di un’associazione che collabora con i volontari italiani che trasportano medicine e aiuti. «Non avrei immaginato – ha mormorato quasi in lacrime – vivendo nel ventunesimo secolo, di ricevere una telefonata da mio figlio di 17 anni, che vive a 150 chilometri da noi per motivi di studio, sotto i bombardamenti. Mi si è spezzato il cuore. Durante la Seconda guerra mondiale, con i nostri fratelli russi abbiamo sconfitto Hitler e, adesso, si è distrutto tutto. Mio figlio, dopo una settimana in cui ha sostenuto noi, adesso è crollato. È terribile ascoltare l’allarme improvviso delle sirene che annunciano i bombardamenti". Ivano Lucchesi, presidente della Prociv di Chiesina Uzzanese ha già fatto due viaggi in Ucraina per portare aiuti.

"Ho visto file di persone lunghe anche trenta chilometri – ha raccontato, con una temperatura di 13 gradi sotto zero". I sindaci della Valdinievole hanno ribadito il loro impegno per sostenere i profughi dell’Ucraina. Luca Baroncini, sindaco di Montecatini, ha ricordato il valore simbolico del Tettuccio, luogo di accoglienza dove le persone si ritrovano per passare momenti piacevoli. Paolo Grossi, artista conosciuto come Paolo e il suo sax, ha eseguito il silenzio, in memoria delle vittime della guerra, e Immagine di John Lennon.