
I pubblici ministeri Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti chiedono il rinvio a giudizio del comandante della polizia municipale Domenico Gatto e di altri sei agenti in servizio al comando all’epoca dei fatti, a conclusione delle indagini che vedono varie ipotesi di reato, dal falso in atto pubblico, alle lesioni e alle calunnie. L’udienza preliminare è fissata per il 15 febbraio. Le indagini, coordinate dalla procura e condotte dalla squadra mobile della questura di Pistoia, diretta dal vicequestore aggiunto Gian Fabrizio Moschini, sono partite nei primi mesi del 2020. Il 14 luglio scorso, la polizia di Stato ha arrestato il comandante Gatto e l’agente Manrico Cecchini, applicando la misura degli arresti domiciliari, nei mesi successivi trasformata nel divieto di dimora in città. Entrambi sono sospesi dal lavoro. Il divieto di dimora in città era stato fissato anche per l’agente Andrea Albano: il provvedimento è stato in seguito revocato e l’uomo, al momento, non è sottoposto ad alcuna misura. Le indagini della polizia di Stato, pur senza arresti o applicazioni di misure cautelari, hanno riguardato anche altri agenti della polizia municipale. Sebbene le accuse nei loro confronti siano meno gravi, i pubblici ministeri De Gaudio e Serranti hanno chiesto il rinvio a giudizio anche per Fabrizi, Neri, Landi e Marino, tutti in servizio al comando all’epoca dei fatti contestati. Alcuni di loro si sono trasferiti in altre amministrazioni o sono stati trasferiti in altri uffici fino a quando la vicenda non sarà chiarita. In particolare, Cecchini deve rispondere all’accusa di lesioni personali: il 4 aprile 2020, durante un controllo anti Covid, secondo quanto riferito in seguito all’autorità giudiziaria, strattonò Giannetto Iacometti, (assistito dall’avvocato Claudio Del Rosso) allora 77enne, causandogli lesioni con abuso di potere e l’aggravante di aver agito approfittando del fatto che l’altro, data l’età, non poteva difendersi. Sempre secondo quanto riferito all’autorità giudiziaria, Cecchini avrebbe minacciato Iacometti di ammanettarlo, di portarlo al comando e denunciarlo per oltraggio a pubblico ufficiale se avesse sporto querela. Per questo Cecchini è accusato anche di tentato delitto e tentata concussione. E’ inoltre accusato di aver minacciato una donna nel settembre 2021: l’agente, secondo gli inquirenti, se non avesse collaborato all’arresto di uno spacciatore di droga avrebbe inviato una segnalazione al Sert per farla licenziare dall’ospedale di Pescia. Gatto e Cecchini sono accusati anche di sequestro di persona. Il 18 maggio 2021 il secondo avevano intimato a un automobilista di seguirlo al comando, dove insieme al comandante lo avevano trattenuto senza apparente motivo e senza redigere un verbale, privandolo così della libertà personale. Stessa questione il 23 settembre 2021 quando Cecchini inseguì un automobilista che guidava contromano, tirandolo fuori dal veicolo e ammanettandolo per portarlo al comando e privandolo della libertà. Gatto è inoltre accusato di aver rivelato notizie d’ufficio destinate a rimanere segrete. L’avvocato Pamela Bonaiuti del Foro di Prato, difensore di Gatto e Cecchini, al termine dell’interrogatorio di garanzia del comandante della municipale, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha dichiarato: "Noi respingiamo tutte le accuse". Cecchini, all’uscita dal Gip, ha sottolineato: "Ero abituato a farli gli arresti, non a essere arrestato. Vista la situazione in cui mi trovo mi viene da pensare che siano stati troppi i risultati ottenuti, probabilmente tali da creare imbarazzo a certi livelli".
R.M.