REDAZIONE MONTECATINI

"Prima esperienza di sacerdozio a Pescia: non ho rimpianti"

Don Stefano Salucci ha trascorso 19 anni come parroco a Castellare, dove ha vissuto un’avventura e una messa alla prova. Ora si appresta a una nuova esperienza a Monsummano, con cuore libero e desiderio di rimettersi in gioco. Senza rimpianti, ma con la speranza di incontrare il Signore.

"Prima esperienza di sacerdozio a Pescia: non ho rimpianti"

Don Stefano Salucci, come sono stati questi 19 anni nella parrocchia di Castellare?

"Sono stati anni importanti, anche perché hanno coinciso con la mia prima esperienza come parroco; sono arrivato giovane di sacerdozio, alla prima esperienza in assoluto come responsabile, mi sono fatto un po’ le ossa. Sono stati un’avventura, e anche una messa alla prova, perché, ovviamente, per me è stato tutto nuovo. Mantengo un ricordo formidabile. Sono stati i migliori anni della mia vita, quelli nei quali ho potuto sperimentare la bellezza della chiamata del Signore a essere prete".

Come è cambiato il territorio in questi anni?

"Non ha avuto cambiamenti repentini, rispetto ad altri. È un territorio consolidato, famiglie che lavorano sulla terra, coltivatori di fiori o piante; c’è poca mobilità. Sicuramente c’è stato l’inserimento di molte famiglie giovani. Molte delle persone che sono venute negli ultimi dieci anni certamente hanno meno legami con gli altri, perché arrivano da fuori. Questa è una bella sfida per noi preti, per costruire una bella comunità".

Cosa si attende dalla nuova esperienza a Monsummano?

"Non ho aspettative di alcun tipo. Come Ambramo, parto senza sapere dove vado. Penso che sarebbe stupido avere aspettative: come dico sempre anche io, beati coloro che non hanno aspettative, perché non resteranno delusi. Vado con cuore libero, con il desiderio di rimettermi in gioco in una realtà nuova e importante".

Ha qualche rimpianto, per la sua esperienza a Castellare?

"Non sono uomo che vive di rimpianti, non ne ho mai avuti. Ho consapevolezza di aver fatto degli sbagli, per i quali ho cercato sempre di chiedere scusa subito. Ma la parola rimpianto non mi appartiene, penso che sia contraria alla virtù cristiana della Speranza, che guarda sempre davanti come al luogo dell’incontro con il Signore".

e.c.