
Il team: da sinistra Filippo Casciani, Riccardo Valente, Alessandro Pizzuti, Fabio Gervasi hanno messo a punto il modello denominato October Pattern Index
Prevedere con largo anticipo come sarà l’inverno non è più un sogno irrealizzabile. A provarci è un team di studiosi italiani di cui fanno parte anche il montecatinese Filippo Casciani e il pistoiese Matteo Innocenti. La chiave di quella che potrebbe diventare una svolta nel mondo delle previsioni meteorologiche stagionali si chiama Opi, acronimo di October Pattern Index. Lo studio è iniziato nel 2014 e oggi, dopo oltre dieci anni di analisi e rielaborazioni, ha trovato riscontri significativi. L’obiettivo non è prevedere con due mesi di anticipo se e quando nevicherà a Pistoia o a Montecatini – cosa impossibile – ma capire se in Europa assisteremo a un inverno tendenzialmente mite o più freddo, con possibili ondate di gelo.
"Tutto è partito nel 2014 – racconta Filippo Casciani – quando insieme agli ingegneri Riccardo Valente, Alessandro Pizzuti e all’astrofisico Andrea Zamboni abbiamo presentato a Roma il nostro lavoro davanti al climatologo americano Judah Cohen e al colonnello Guido Guidi dell’Aeronautica Militare. L’idea era analizzare particolari schemi circolatori dell’atmosfera che si manifestano ad ottobre per costruire un indice, l’Opi, capace di fornire indicazioni sul tipo di inverno che ci attende". Secondo i ricercatori, la posizione di cicloni e anticicloni nell’emisfero boreale in autunno mostra correlazioni con l’andamento dell’atmosfera nei mesi successivi. "In altre parole – prosegue Casciani – osservando cosa accade in cielo in ottobre possiamo avere un’anticipazione attendibile delle tendenze invernali. Un obiettivo che, se raggiunto, avrebbe ricadute enormi: dal consumo energetico alla gestione delle scorte alimentari, fino alla sicurezza dei trasporti". Schematizzare un indice preciso, con le mille variabili dell’atmosfera, non è stato semplice. Negli ultimi anni però il progetto ha fatto passi avanti decisivi. "Il team si è allargato con nuovi esperti – spiega ancora Casciani – fra cui il pistoiese Matteo Innocenti, Lorenzo Allegri e soprattutto l’ingegnere informatico Fabio Gervasi, che ha realizzato il software di calcolo su cui si basa il modello. I risultati parlano chiaro: analizzando 49 inverni, dal 1976 al 2024, il modello ha centrato la previsione in circa il 90% dei casi, nove volte su dieci".
"Siamo arrivati a un livello di precisione che pochi si aspettavano – aggiunge Matteo Innocenti –. La meteorologia stagionale è sempre stata vista come un terreno molto incerto, ma i dati ci dicono che la strada è quella giusta". Casciani sottolinea anche l’aspetto visionario: "All’inizio sembrava quasi un azzardo, perché nessuno immaginava di poter ricavare informazioni così chiare già da ottobre. Oggi vediamo che quell’idea non era un sogno, ma qualcosa di concreto e utile". Il lavoro del gruppo, che oggi fa capo al progetto Csct Meteo, è seguito con interesse anche fuori dall’ambito scientifico. Per governi, aziende energetiche e filiere produttive potrebbe diventare uno strumento strategico: sapere con anticipo se arriveranno ondate di freddo intenso significa pianificare meglio gli approvvigionamenti e ridurre i rischi legati alle emergenze. "Le applicazioni pratiche sono enormi – concludono gli studiosi –. Pensiamo al settore energetico, che vive di programmazioni: poter sapere già da novembre che tipo di inverno ci aspetta sarebbe un vantaggio competitivo per tutti". Il modello è ancora in fase di perfezionamento, ma già nei primi giorni di novembre arriverà la prova sul campo: sul sito www.csctmeteo.it saranno pubblicate le prime previsioni ufficiali sull’inverno 2025-2026. Una data che in tanti, dagli esperti agli appassionati di meteorologia, attendono con curiosità.
Francesco Storai