"Nibali ci ha donato grandissime emozioni"

Carlo Franceschi, dirigente storico della Mastromarco e secondo padre del campione, parla del suo lungo rapporto con lo "Squalo"

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Carlo Franceschi, direttore sportivo e dirigente storico della Mastromarco Sensi Nibali, non è rimasto sorpreso della notizia annunciata da Vincenzo Nibali al termine della tappa di Messina del Giro d’Italia sul suo ritiro dall’attività a fine 2022. Qualche giorno prima aveva ricevuto un messaggio in cui Nibali preannunciava la decisione e Franceschi, conoscendo bene "Lo Squalo", aveva intuito tutto. E allora dopo l’annuncio tornano i ricordi, i trascorsi di Nibali a Mastromarco.

"Aveva 16 anni – ricorda Franceschi – era un ragazzino esile. Iniziammo a parlarci e conoscerci oltreché a lavorare e fu l’inizio di quella che sarebbe diventata una favola, una meravigliosa avventura che prosegue ancora, perché tutte le volte che può Nibali viene a Mastromarco e così sua moglie Rachele e la figlia Emma Vittoria che mi chiama nonno".

Per Carlo Franceschi il ritiro dall’attività è una decisione giusta, per una serie di motivi che non gli consentono più di brillare come un tempo, senza dimenticare le 37 primavere che Vincenzo ha sulle spalle.

A Mastromarco, "Università del ciclismo" come viene definita la frazione, e così Carlo Franceschi si ricordano con ammirazione le vittorie di Vincenzo Nibali con la maglia del sodalizio locale, da juniores e da under 23, come il titolo italiano juniores conquistato per distacco nel 2002 ad Asolo nel Vicentino e nella stessa stagione il Giro della Lunigiana a tappe, oltre alle due medaglie di bronzo nelle prove a cronometro al mondiale juniores di Zolder in Belgio nel 2002 e a quello under 23 di Bardolino in Veneto nel 2003.

Franceschi e sua moglie Bruna (troppo presto scomparsa) hanno tenuto per sei anni Nibali a casa loro; poi il campione comprò un appartamento a Mastromarco andando a vivere da solo prima di trasferirsi a Lugano, sua attuale residenza. Tornando a Nibali corridore, Carlo Franceschi capì che poteva diventare un nome importante, per la sua "determinazione, la voglia di arrivare, la grande serietà. Io cercavo di dargli i consigli utili, come comportarsi in corsa e magari di non andare sempre all’attacco, ma non era facile e quando vinceva mi diceva che lo aveva fatto alla Nibali, cioè attaccando". Ora tutti accompagniamo Nibali verso la fine della stagione come merita il suo talento, la sua classe, la sua forza, ma anche la sua modestia. Un campione in tutto.

Antonio Mannori