REDAZIONE MONTECATINI

Nasini, dai dolci al presepe meccanizzato

"Per me è una gioia vedere lo stupore negli occhi soprattutto dei bambini. Ma anche i grandi si divertono e tornano ogni anno"

Nell’anno in cui la tedesca Ursula Von Der Leyen aveva deciso che non si dovessero pronunciare più le parole Natale né Maria, c’è chi a Monsummano continua come da tradizione a perfezionare il suo incredibile presepe automatizzato, per portare avanti le nostre tradizioni. Già premiato al famoso concorso dei presepi a Le Piastre nel 2015 e nel 2018, quello di Filippo Nasiti, ex pasticcere in pensione, continua a far sognare tutti, grandi e piccini che accorrono a visitalo ogni anno. "Per me è una gioia vedere lo stupore negli occhi soprattutto dei bambini – ha detto Nasiti – ma anche i grandi si divertono e molti tornano ogni anno a farci visita. Il presepe è una nostra tradizione che si sta perdendo e io nel mio piccolo voglio continuare a portarla avanti come posso". Nel suo "piccolo" per modo di dire, dal momento in cui la rappresentazione meccanica della natività occupa buona parte della superficie della mansarda di casa Nasiti, almeno 7 metri quadrati di area solo per il presepe mentre il resto della stanza è stato allestito come una grotta naturale per i visitatori. Un’opera che conta 75 blocchi di statuine che il signor Nasiti ha meccanizzato attraverso snodi e meccanismi collegati a materiale e 65 motorini di risulta per non parlare dei 15 ventilatori dislocati invisibilmente sulla scena per simulare il vento e le onde del mare, il motore di una vecchia caldaia legato a una tramoggia in cartone per recuperare e rimettere in circolo la neve di polistirolo che cade sullo sfondo dove l’audio presenta in 6 minuti tutta la creazione alternando il giorno e la notte, le stagioni, l’arrivo della stella cometa, l’ascensione di Gesù e tante altre famose scene del racconto della natività più famosa del mondo. Per giungere sulla scena, già dalle scale ci accoglie la musica di "Tu scendi dalle stelle" prima di alzare gli occhi e sorprenderci con l’ingresso della mansarda ormai irriconoscibile camuffato dal entrata di una grotta. "Una volta c’era anche il tradizionale famoso presepe meccanico di Montevettolini – racconta il padrone di casa – che riceveva ogni anno tanti visitatori. Curatori, Romano e Antonio, mi hanno dato molti consigli nel tempo su come meccanizzare il mio e sono piuttosto soddisfatto del risultato. Sono 20 anni che lo faccio e ogni anno comincio a montarlo verso settembre. Sulla scena ci sono un po’ tutte le arti e i mestieri dal frantoio, alla svinatura, gli agricoltori, i pescatori, gli allevatori con la mucca che partorisce ma anche la parte più sacra dell’annunciazione e poi la natività. Qualcuno mi aveva proposto – chiude Nasiti – di mettere una cassettina per le offerte per finanziarlo, ma per me la soddisfazione più grande è mantenere viva una tradizione".

Arianna Fisicaro