La fisica che ci piace. Il professor Schettini domani sera al ’Verdi’ per una lezione-show

L’insegnante è ormai un fenomeno social da due milioni di follower "Sono un professore, non un divulgatore. E parlo ai nostri giovani Ho portato la scienza a livello popolare in questi tempi non facili".

La fisica che ci piace. Il professor Schettini domani sera al ’Verdi’ per una lezione-show

La fisica che ci piace. Il professor Schettini domani sera al ’Verdi’ per una lezione-show

Una lezione-spettacolo. Domani, venerdì 12 aprile, ore 21 sul palco del Teatro Verdi ecco "La Fisica che ci piace", lo show dell’istrionico professor Vincenzo Schettini tratto dal suo omonimo libro. Insegnante, 47 anni, nativo di Como da genitori pugliesi ma residente a Monopoli, è seguito da oltre 2 milioni di follower sui social. Un fenomeno esploso in pochi anni, da quando, nel 2017, Schettini, una laurea in Fisica, docente part time all’istituto Dell’Erba di Castellana Grotte, ha deciso di postare il suo primo video diventato poi virale. Professore, che cosa dobbiamo attenderci venerdì sera? "Una lezione-spettacolo, che è il sottotitolo, ambizioso, de ‘La Fisica che ci piace’. Essendo insegnante, ma pure violinista e direttore di coro, sarà una lezione didattica e un vero e proprio spettacolo, con tanto di suoni, luci, colori. Ho coltivato l’arte sin da piccolo". Simpatia e competenza: è riuscito nell’impresa di interessare tutti. "Sono un professore di Fisica, non un divulgatore: ho portato la scienza a livello popolare di questi tempi non facili per il particolare periodo storico, fatto, specie per i giovani, di solitudine e disagio. "Per tutte le generazioni, si è parlato di gioventù bruciata. Certo, questi ragazzi sono disorientati, hanno poche certezze, bombardati da pessime notizie, tra guerre e cambiamento climatico. Quando trovano un punto di riferimento, trovano un riparo". Nei suoi spettacoli, c’è grande entusiasmo. "Ho superato la ventina di repliche e posso trarre un bilancio. Innanzitutto, mi sono esibito in teatri grandi e, con mia somma gioia, ho fatto sempre il tutto esaurito. Il pubblico che mi segue, composto in prevalenza da giovani, ha un’alta percentuale variegata, di persone dagli 8 agli 80 anni: dal bambino al nonno. "Grazie a quest’esperienza teatrale, maturo nuove conoscenze, che arricchiscono i miei studenti. Spero che la scuola statale italiana, che attraversa una fase di decadenza, ricca di orpelli e oberata dalla burocrazia, me lo riconosca: le sto dando lustro. Imparo cose nuove, ma le sto togliendo di dosso un po’ di polvere, la sto svecchiando. E mi piace che alcuni colleghi mi apprezzino". Qual è la malattia odierna: il telefono cellulare? "Esatto. Tra qualche tempo, come per i pacchetti di sigarette, quando lo acquisteremo troveremo scritto sulla confezione ‘nuoce gravemente alla salute’".

Gianluca Barni