Infarto durante il volo. Famiglia di medici lo salva

Il dottor Capitanini, insieme alla moglie Michela e alla figlia Francesca, hanno rianimato un uomo che aveva accusato un malore ad alta quota.

Infarto durante il volo. Famiglia di medici lo salva

Infarto durante il volo. Famiglia di medici lo salva

"Buonasera dottore, sono il ragazzo che ha soccorso in volo. Mi ha salvato la vita, la ringrazio tantissimo. E grazie anche dalla mia compagna, che sta aspettando due gemelle...". Una telefonata che il dottore pesciatino Alessandro Capitanini aspettava da giorni e che ha regalato un lietissimo fine ad una storia colma di tensione e angoscia. Andiamo per ordine. Tutto quanto è accaduto su un volo Milano – Palma di Maiorca con a bordo il signor Alessandro, la moglie Michela e i figli, più altri 200 passeggeri circa. Poco dopo il decollo, un passeggero 30enne si sente male. Puntuale, arriva la richiesta del capitano dalla filodiffusione: "C’è un dottore tra i passeggeri?". Capitanini, dottore esperto, non ci ha pensato due volte. "É nostro dovere rispondere presenti – commenta – e così ho fatto. Purtroppo mi sono ritrovato di fronte un ragazzo di 30 anni in arresto cardiaco, incosciente. Ho chiesto un defibrillatore e ho iniziato il massaggio cardiaco dopo averlo appoggiato a terra, nello stretto corridoio dell’aereo. A fianco a me avevo mia moglie Michela e mia figlia Francesca, specializzanda in medicina. Abbiamo praticato un lungo massaggio cardiaco per tentare di riattivare la circolazione. Poi lo abbiamo ossigenato, il polso era tornato a sentirsi. Sono state decine di minuti a dir poco concitati".

Nel frattempo l’aereo aveva compiuto un atterraggio di emergenza nel primo aeroporto disponibile nelle vicinanze, quello di Torino. Una volta a terra, i medici del 118 sono saliti velocemente sull’aereo per trasportare in ospedale il ragazzo che si era sentito male. "Una volta atterrato – ricorda Capitanini – ero estremamente turbato perché è vero che lo avevamo rianimato, ma l’evento era stato grave e non sapevo quanto critiche fossero le sue condizioni dopo quel trattamento di emergenza". Poi, giorni dopo, la telefonata più bella, con la voce dallo stesso ragazzo strappato alla morte. "É stata un’emozione incredibile. Solo quando l’ho saputo salvo e al sicuro tutta la tensione di quell’interminabile massaggio ad alta quota si è sciolta. É subentrata una gioia immensa per me e per tutta la mia famiglia".

Una storia a lieto fine, è vero, che porta però ad una riflessione critica. "La rianimazione cardio-polmonare ha dato a questo giovane – conclude Capitanini – la possibilità di salvarsi, senza di quella temo sarebbe morto. Io credo che le pratiche RCP debbano essere insegnate a tutti, già nelle scuole. Sono manovre di rianimazione alla portata di tutti, relativamente semplici, che possono fare la differenza tra la vita di una persona e la morte. Proprio come in questo caso".

Francesco Storai