Il settore calzaturiero rialza la testa: forte crescita nel primo semestre

I dati sono stati comunicati da Assocalzaturifici: si registrano aumenti in doppia cifra per export e acquisti delle famiglie

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Il comparto calzaturiero italiano continua nella sua ripresa segnando nel primo semestre dell’anno (dopo il +18,7% a consuntivo 2021) un’ulteriore crescita nel fatturato: +14,5% nel campione di associati ad Assocalzaturifici contattati. I dati emergono dall’ultimo report del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici che evidenzia inoltre recuperi in valore a doppia cifra sia sul fronte dell’export che negli acquisti delle famiglie italiane.

Per Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici "il settore nel suo insieme denota un significativo recupero, ma caro energia, costi delle materie prime e conseguenze del conflitto russo-ucraino (-30% in valore l’export nei due mercati, con un -46% dall’inizio della guerra) mettono a rischio l’evoluzione a breve. Stiamo riscontrando soddisfazione sul fronte delle vendite verso i mercati nordamericani e nei principali paesi Ue, mentre i lockdown primaverili hanno frenato quello cinese. Se le griffe registrano performance brillanti, metà delle imprese sono ancora sotto i livelli di fatturato pre-Covid".

Nei primi 5 mesi del 2022 le esportazioni sono cresciute del 24% in valore e del 15% in quantità rispetto al 2021. La performance ha permesso di superare anche in volume (+2,4%) i livelli preemergenza, benché risulti significativo come il comparto delle calzature con tomaia in pelle, da sempre tipico delle produzioni made in Italy, sia ancora molto al di sotto delle paia di tre anni addietro (-10,5% su gennaio-maggio 2019). Bene l’Unione Europea (+23% in valore), trainata da Francia e Germania (i primi due sbocchi esteri in volume per gli operatori italiani); ancor più sostenuta la crescita negli Usa e Canada (+65% in valore), favorita da tassi di cambio più vantaggiosi; positivo il Far East, +15% in valore nell’insieme, ma con la Cina in netto rallentamento nel bimestre aprile-maggio (-25% in quantità) per i lockdown imposti dalle autorità; brillano gli Emirati Arabi; riparte il Regno Unito, dopo la battuta d’arresto post-Brexit. Crolla l’export in Russia e Ucraina. Il saldo commerciale settoriale mostra un attivo pari a 2,18 miliardi di euro (+14,5% su gennaio-maggio 2021).

Sul mercato interno prosegue l’avvicinamento ai livelli (insoddisfacenti) di tre anni addietro: +18,2% in valore gli acquisti delle famiglie nei primi 6 mesi e +14% in quantità. Tutte le voci merceologiche mostrano un segno positivo su gennaio-giugno 2021: +20%, sia in quantità che in valore, i recuperi per le calzature classiche per uomo e donna; superiori al 10% per le scarpe per bambiniragazzi (prossime ai livelli pre-pandemia). In crescita del 13% in volume il comparto delle sportive e sneakers (l’unico sopra i dati del 2019); più debole quella della pantofoleria (di poco superiore al +7%). In merito alle vendite online, dopo il boom nel 2020 e il rallentamento del 2021, nei primi 6 mesi del 2022 hanno subìto un ridimensionamento ulteriore (-8,9% in volume e -4,4% in valore tendenziali) pur rimanendo però decisamente al di sopra (+24% in quantità) rispetto al primo semestre 2019.