
Giuseppina Carla Romby e Enrico Zarri curatori della mostra con Elena Sinimberghi
di ARIANNA FISICARO
Monsummano, 25 ottobre 2019 - Quando Leonardo Da Vinci chiudeva gli occhi, cosa vedeva? Parte da qui la nuova mostra documentaria dal titolo «Al tempo di Leonardo. Castelli, boschi, acque nel Montalbano». L'allestimento è visibile al Museo della città e del territorio di Monsummano Terme dal 26 ottobre e fino al 24 novembre prossimo ed è stato curato dalla professoressa Giuseppina Carla Romby con la collaborazione del Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio in occasione del 500esimo anniversario della morte del genio.
«Rispetto alle altre mostre che si possono trovare su Leonardo – ha detto la curatrice della mostra – questa mette in risalto il paesaggio della fanciullezza di Leonardo e la conoscenza dei luoghi da lui vissuti quando lavorava, veicolato anche dalla volontà fiorentina dell'epoca, alla progettazione della grande regimazione delle acque che prevedeva la creazione di un canale che doveva collegare Firenze, Prato, Pistoia, passando poi da Serravalle, dalla Valdinievole per poi sbucare in Arno a Pisa. Leonardo conosceva perfettamente questi luoghi da cui è emersa una puntuale produzione cartografica dove vengono specificati gli elementi naturali come la flora e la fauna del posto e le acque in un itinerario che collega il genio a questi luoghi».
Una mostra dunque che ha l'ambizione di offrire qualcosa di diverso al visitatore anche rispetto al grande allestimento su Leonardo aperto al Louvre di Parigi, anche perchè fa toccare con mano le piante, offerte dalla Giorgio Tesi di Pistoia ed allestite al museo di Monsummano insieme al resto della mostra che il genio vinciano aveva riprodotto nelle sue opere. «Leonardo era molto attratto dal nibbio, un uccello rapace dalle caratteristiche molto particolari, come ad esempio la coda biforcuta – ha spiegato Enrico Zarri, ricercatore del Centro di Ricerca e Documentazione del Padule di Fucecchio che ha collaborato ai contenuti della mostra – ed il pipistrello, da cui ha ripreso tutti i suoi studi sul volo. La stessa cosa è successa per la flora, dipinta nelle sue opere o trascritta nei suoi studi che, con questa mostra, viene declinata nella sua specificità locale, come ad esempio nel caso dell'iris o del gelso, disegnati nella versione tipica dell'area palustre e del Montalbano». Leonardo dunque come volano di un turismo verde a oltre mezzo millennio dai suoi studi. Obiettivo della mostra infatti è anche, come ha detto il direttore dei musei cittadini Marco Giori, invogliare il visitatore a uscire e ripercorrere i luoghi del Montalbano.
«Leonardo è riuscito a fare quello che non siamo riusciti a fare noi, riunire tutto il Montalbano – ha detto l'assessore alla cultura e turismo Elena Sinimberghi – mostrandoci dunque che la periferia non esiste e che la piccola Toscana in realtà è ciò che fa grande la Toscana». Quella al museo del territorio è il secondo passo di una serie di eventi sul genio vinciano, aperto con le iniziative a Montevettolini. La mostra si aprirà domani alle 16,30 e seguirà domenica 3 novembre alle 10,30 la passeggiata per il Montalbano alla scoperta del sentiero del Leonardino, il 9 novembre alle 10 quella al Colle di Monsummano alto e il 24 novembre alle 18 la presentazione del catalogo della mostra. Arianna Fisicaro