REDAZIONE MONTECATINI

Il musical ’Hairspray’ accende il Verdi: "Una celebrazione della diversità"

Sul palco Eraldo Moretto nei panni della drag queen La Cesira e Matilde Brandi

Il musical ’Hairspray’ accende il Verdi: "Una celebrazione della diversità"

"La verità? Gli attori spasimano per andare in scena, ma quando arriva il momento, hanno tutti paura di salire sul palcoscenico. Il terrore. Per questo abbiamo bisogno del calore del pubblico. Aiutateci: il nostro, specie in questo musical, è un compito impegnativo". Eraldo Moretto, in arte La Cesira, la drag queen chiamata a sostituire Platinette, chiama a raccolta la gente per il numero zero, il debutto assoluto del musical ’Hairspray’, in programma questa sera dalle 21 al Teatro Verdi. Con lui, Matilde Brandi e una quarantina di artisti, 350 costumi, 150 paia di scarpe, 350 oggetti scenici, 770 modifiche luce, 41 cambi scena per un viaggio coinvolgente nel cuore pulsante degli anni Sessanta. Nella città termale, il nuovo allestimento del musical di Broadway, una produzione fiorentina di Musical Times diretta da Denny Lanza. Un cult che ha collezionato 2.600 repliche a New York, 8 Tony Awards. Matilde Brandi nei panni di Velma e Moretto nel ruolo di Edna. Talento e carisma che promettono una straordinaria prestazione. Che cosa dobbiamo aspettarci, più Broadway o Hollywood? "Un mix dell’uno e dell’altro. È la celebrazione della diversità: un arricchimento. Si parla d’integrazione, di accettazione, il tutto col sorriso sulle labbra".

La Cesira e Matilde Brandi: due primedonne a confronto. "Matilde è la primadonna. Ma attenzione, lo misi subito in chiaro appena la incontrai: non è più bella né più brava di me. Scherzi a parte, è una compagna di lavoro meravigliosa. La Cesira, invece, è una vecchia volpe di palcoscenico e… marciapiede: cerca di barcamenarsi". È conosciuto come una delle più popolari drag queen italiane: le va stretta la definizione? "Sì. Mi sono sempre definito ‘un cabarettista che si veste da donna, nel solco dei comici, passati e presenti. In ogni uomo c’è una parte femminile e non c’è da rammaricarsene, anzi: la donna è l’essere più bello donatoci da nostro Signore". Mala tempora currunt: in quest’epoca social, c’è ancora spazio per cultura e umanità? "Ci dovrebbe essere. Siamo su questa Terra per grazia ricevuta. Vivi e lascia vivere e cerca di lasciare tutto come l’hai trovato, semmai sforzati di migliorarlo".

Gianluca Barni