
Le pattuglie della compagnia della guardia di finanza di Montecatini, guidata dal capitano Francesco Ciciriello, sono entrati in azione nelle prime ore del mattino. L’operazione Gasoline 2, in applicazione al decreto emesso dal giudice delle indagini preliminari (Gip) del tribunale di Pistoia su richiesta dell’autorità giudiziaria, ha portato al sequestro di beni mobili e immobili, quote societarie e complessi aziendali, in Italia e Croazia, per un valore di circa 130 milioni di euro. L’ingente cifra, una delle più alte oggetto di un’operazione del genere in Toscana negli ultimi anni, è considerata dagli inquirenti frutto di attività legate al riciclaggio e all’autoriciclaggio. Al momento, per la precisione, sono stati sottoposti a sequestro 19 immobili, 15 autovetture e 53 rapporti finanziari. Secondo le indagini delle fiamme gialle di Montecatini, nei confronti di sei persone sono state accertate varie condotte di frode fiscale , attraverso il commercio fraudolento di idrocarburi, provenienti dalla Croazia. Gli indagati sono A.N. (nato nel 1999), P.G. (1948), S.S. (1970), V.E. (1969), Z.P. (1971), e B.L. (1965). Si tratta di persone residenti a Montecatini, Pescia, Uzzano e Biella. Questi soggetti, secondo quanto sostiene la guardia di finanza, sarebbero vicini a quella che le fiamme gialle definiscono un’associazione economico criminale, già oggetto nel 2019 di indagine fiscale per oltre 20 milioni di euro nell’operazione Gasoline free. Nel settembre di due anni fa, la guardia di finanza, durante questo intervento, arrestò sei persone, mentre ad altre undici toccò l’obbligo di dimora. Le fiamme gialle li hanno accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi fiscali. Le persone indagate, alla fine sono state trentatré, mentre undici società operanti nel settore dell’importazione e della commercializzazione degli idrocarburi, con sede in Toscana, Campania, Lazio ed Emilia. Le indagini partirono da una serie di controlli effettuati dall’agenzia delle dogane nei confronti della società "Angeli Srl" di Pescia. Secondo gli inquirenti, questa azienda era il terminale privilegiato di altre società con sede in Italia, attraverso le quali sarebbe stata posta in essere un’evasione milionaria dell’Iva. La presunta organizzazione criminale avrebbe creato, secondo le accuse, otto società fittizie, attraverso le quali avrebbe frodato il fisco per 30 milioni. Il nuovo filone investigativo avviato dalla guardia di finanza ha consentito di individuare ulteriori personaggi, operanti nel settore degli idrocarburi, che avrebbero favorito il riciclaggio di ingenti somme, derivanti dalla frode fiscale. Le indagini di polizia giudiziaria effettuate dalle fiamme gialle, dirette dalla procura di Pistoia, hanno individuato i flussi finanziari anche attraverso mirate intercettazioni telefoniche. I soldi, in base ai riscontri degli inquirenti, attraverso la frode fiscale attuata attraverso false fatturazioni, venivano depositati in alcune banche con sede a Rijeka (Croazia) e, in seguito, riutilizzati nella creazione e nella gestione di due società costituite sul posto, come casseforti degli illeciti guadagni. A Pescia avevano sede una società cartiera, come in gergo si chiamano le realtà create solo per peodurre fatture false, e una logistica, per il trasporto del carburante all’estero. Le attività investigative all’estero sono state possibili grazie alla collaborazione con il canale di collegamento giudiziario "Eurojust", attivato dalla procura di Pistoia. All’operazione ha partecipato anche una pattuglia dell’Agenzia dei monopoli-Direzione interregionale Toscana-Sardegna-Umbria. L’attività svolta dalla Guardia di finanza si inquadra nella più ampia strategia mirata a contrastare sempre di più l’evasione fiscale nel settore della commercializzazione dei carburanti, attuata con forme sempre più pericolose per il sistema economico legale in Italia.
Daniele Bernardini