REDAZIONE MONTECATINI

Festa speciale per i cento anni di Giovannino Iacopini

Il compleanno alla Misericordia di Pieve a Nievole con la sindaca Gilda Diolaiuti, don Alberto Tambellini e gli amici carabinieri

Vuole stare in piedi e legge senza gli occhiali, a soli 100 anni d’età Giovannino Iacopini di Pieve a Nievole potrebbe quasi tornare a lavoro. Il compleanno di Giovannino è stato festeggiato ieri mattina alla sede della Misericodia di Pieve con una festa tutta speciale, a cui hanno partecipato anche il sindaco Gilda Diolaiuti, il parroco Don Alberto Tambellini, gli amici della sezione di Montecatini dell’associazione nazionale carabinieri e un nutrito gruppo di militari in servizio, tra cui il colonnello Gatto del comando provinciale di Pistoia. "Chi dedica la propria vita per gli altri incarna la vocazione del carabiniere - ha detto il colonnello - L’augurio che posso fargli io vedendo questa nutrita partecipazione di amici e parenti è che Giovannino goda di questo affetto ancora per tanti e tanti anni. Sono certo che Giovannino potrà dedicarsi ancora al volontariato, che è la sua passione". Iacopini è stato infatti 34 anni volontario della Misericordia di Pieve a Nievole dove ha ricoperto il ruolo di tesoriere. Nel 1941 si arruolo’ nell’arma dei carabinieri e poco dopo fu deportato in Germania in un campo di concentramento. Dopo due anni di prigionia riuscì a scappare e a tornare a casa a piedi. Quando la guerra fini’ e torno’ la vita normale Giovannino Iacopini lavorò come vigile urbano a Montecatini, dove è rimasto per 40 anni. Alla domanda di quale sia stata la soddisfazione più grande della sua vita Giovannino non ha dubbi "Oggi sono molto felice, non mi aspettavo una festa così, mi ha messo quasi a disagio, sembra quasi che io sia stato tanto tanto buono. Ma la soddisfazione più grande della mia vita è stata senz’altro quando sono tornato a casa a piedi dalla Germania. Sono stato 2 anni prigioniero, ho mangiato chiocciole crude e erba. Non sapevo nulla della mia famiglia, c’erano sempre i tedeschi con i fucili. Le dirò di più: quando venivano a portare il pranzo a mezzogiorno lo portavano dentro a dei pentoloni di un quintale e noi eravamo in fila. C’erano solo 4 o 5 patate insieme al semolino, in tutto il tegame. Le avevano tagliate in pezzi e venivano a galla e noi ci guardavamo e speravamo che ci toccasse la porzione con un pezzo di patata. Ai giovani avrei da dire tanto, ma sono troppo emozionato ora. Grazie di tutto". Festeggiato con i figli Pierluigi e Giovanna, la vita di Giovannino è stata pubblicata in una piccola edizione straordinaria dell’Archivio dei ricordi pievarini.

Arianna Fisicaro