Un momento unito da amicizia e legalità. Ieri mattina Don Antonio Coluccia e la prefetta di Pistoia, Licia Donatella Messina, si sono incontrati in virtù dei forti valori che li legano. Il parroco di Lecce, da più di venti anni lotta contro la criminalità organizzata e lo spaccio di droga. Per questo viaggia sotto scorta. Solo un paio di mesi fa, gli agenti l’hanno salvato quando uno scooter di grossa cilindrata ha tentato di travolgerlo a Tor Bella Monaca. "Nella mia attività pastorale cerco, non solo a Roma, ma in tutta Italia, di fare attività contro ogni forma di violenza e soprattutto contro la criminalità organizzata che detiene l’assoggettamento dei territori. La droga è un grande bluff – ci ha detto ieri Don Antonio –. Lo dobbiamo dire ai nostri ragazzi perché la vita è il più grande dono e quindi bisogna amarsi per amare, e amare il territorio dove si vive, perché ci deve essere cittadinanza attiva e partecipazione. Pistoia è una bella città che ha tante risorse e tante qualità, anche sotto l’aspetto culturale. Ai ragazzi dico di avere coraggio, guardate avanti, siete presente e futuro. Abbiate coraggio di dare alla vita i colori che voletei". La prefetta Messina ha voluto ringraziare Don Antonio per la visita che le ha riservato prima di spostarsi, ieri pomeriggio, a Pescia, per un evento organizzato da giovani e scout con la Diocesi di Pescia alla Gmg Santa Lucia.
"Don Antonio è una persona speciale, conosciuto a livello nazionale per il suo impegno contro le mafie e criminalità – ha detto la prefetta Messina –. È questo l’impegno che ci accomuna visto che l’istituzione prefettizia persegue le stesse finalità. Abbiamo pensato di organizzare prossimamente, a Pistoia, nell’ambito del protocollo sul cyberbullismo, un’iniziativa rivolta ai giovani delle scuole". Prima di recarsi a Pescia Don Antonio ha voluto lanciare un ulteriore messaggio ai giovani: "Educatevi non alla bella vita ma alla vita bella, che è fatta di impegno, di passione, di sport, e soprattutto di scuola. Perché la cultura salverà dalla noia e dal disimpegno. Quel disimpegno appetibile alla criminalità che lo riempie con le sostanze. Abbiamo bisogno di giovani che pensano, ma che soprattutto sognano. Credete nei sogni".
Gabriele Acerboni